La città proseguiva in fondo alla discesa, proprio dietro alla curva…
“Penso che non ho voglia di scendere…
Dammi ancora un minuto…”
La macchina ferma,
la mano sulla maniglia, chiudendo il finestrino
“Sembra tutto cristallizzato no?”
“Le nuvole, forse, sembrano immobili, il resto si muove”
“Si ma lento”
Uno dei due, come in un mantra persistente, sussurrò sopra pensiero:
“… In un momento, un tormento, di rame un filamento…”
E allora l’altro lo riprese
“Cosa cazzo hai in quella testa piena di parole?”
“Delle parole?”
“Allora, fai attenzione, a quello che dici”
E quello annuì, abbassando la testa.
Poi i due, in quella mattina piovigginosa, si mischiarono alla folla delle persone che camminavano verso la collina,
mentre in un Pub, aperto ma vuoto, si ascoltava da un televisore lasciato acceso, una voce che commentava:
<<.. Riuniti tutti, guardano sciogliersi l’ultimo mucchietto di neve…>>
I due pensando ad altro, intanto, ascoltavano il rumore delle loro scarpe picchiettare l’asfalto,
poi cominciarono a buttare qualche parola a caso:
“Hai scelto come viaggiare?”
“Non lo so, ci devo pensare…”
“Manca poco…”
“Tu… Cosa hai scelto?”
“Stasi… Io stasi tutta la vita…. Sospeso, senza sogni… E poi ti svegli dove ti devi svegliare”
“E se non ti svegli?”
“Beh… Se non ti svegli… Non te ne accorgi”
“mh… Io avevo pensato di viaggiare in modalità veglia, ai Servizi Primari”
“Ma così non lo vedrai mai”
“Si ma alla fine cosa mi starei perdendo? Un altro posto da devastare?… Io sono affezionato a tutto questo, non credo che riuscirei a farmi piacere qualcos’altro e poi basta stasi”
Intanto il giornalista alla televisione stava continuando:
<<… In un largo girotondo che comprende simbolicamente tutti noi, gli ultimi viaggiatori stanno salutando quello che rimane del pianeta come noi lo conosciamo…>>
La fila di fronte a loro si allungava, risalendo la piccola collina fino agli ingressi A e B dell’ARCA26 che dominava il panorama circostante dall’alto dei suoi 56 metri d’altezza e 6450 metri di lunghezza,
L’astronave era ferma immobile a circa due metri dal suolo e quelli, così piccoli visti da lontano come li stava riprendendo la televisione, salivano ad uno ad uno come tante formiche, felici, come se stessero già respirando il futuro che li attendeva.
<< … La fine che in molti avevano predetto oggi è realtà… Le ARCHE saranno il mezzo per raggiungere il pianeta Gliese 581g, quella che tutti oramai chiamano “La nuova casa” situato nella costellazione della Bilancia… Un viaggio lungo circa venti anni luce, verso l’ignoto…>>
Il loro turno era arrivato, l’uomo all’ingresso della pedana del ponte B prese le loro carte di imbarco, sorrise e fece cenno di accelerare indicandogli l’interno, dove, mentre i loro occhi si abituavano al cambio di luce, si misero in fila per la Scelta…
Un uomo in tuta bianca fece un cenno generico verso di loro:
“Lasciate qua i bagagli per i controlli… Forza veloci…
Poi formate due file…
Quelli per la sospensione in stasi da questa parte … Con calma… E’ inutile spingere, lasciateci fare il nostro lavoro, mantenete la fila ordinata, gli altri per i Servizi Primari da quell’altra parte grazie”
“Insomma hai deciso?”
“Si questa volta Servizi Primari… Magari conosco una bella persona e ci condivido una parte di viaggio”
“Ma così morirai prima di vedere Gliese581g, non sei curioso di vedere la Nuova terra? Il nuovo mondo?”
“Perché tu sei così convinto che sia tanto diverso dai precedenti?”
“Assolutamente si”
“E sei altrettanto convinto che questa volta l’umanità non profanerà anche quello?”
“Questo non so dirtelo, ma come fai ad essere così pessimista?”
“Perché dopo la fine della Terra, io ero con i primi esploratori di Teegarden b, dopo solo due cicli solari ci fu il disastro della fusione fredda, poi su TRAPPIST-1 e, la guerra delle fazioni ci obbligò ad abbandonarlo dopo averlo reso radioattivo, poi Wolf 1061 c, Kepler-62f e K2-9 b… E ora il capolavoro di sciogliere tutta la neve di questo pianeta per avere più acqua… Diciamo che sono stanco di risvegliarmi su pianeti che poi distruggiamo… Quindi adesso, se me lo permetti, mi metto nella fila dei Servizi Primari perché io voglio morire su questa astronave grazie…”
“Pessimista!!!”
Gli vomitò addosso quello evidentemente offeso
e l’altro a quel punto, gli gridò:
“Pessimista un cazzo… Io sono solo realista… Sono solo un cazzo di realista”
“Ci sono problemi?”
Chiese un soldato guardandoli in modo torvo,
“Si c’è un problema, il signore qui vuole trascinarmi nell’altra fila e io non voglio stare in stasi, sospeso per millemila anni luce e risvegliarmi su un pianeta che quelli come lui e i militari come te aiuteranno a devastare….”
A quel punto l’altro, punto nel vivo, si staccò dalla sua fila ed avvicinandoglisi cominciò ad urlare:
“Allora adesso stai dicendo che sarebbe colpa mia?”
“Certo è anche colpa tua, brutto coglione che non sei altro… Tua e di tutti quelli come te”
E mentre i due si gettavano uno contro l’altro, i presenti si allargarono per lasciargli spazio e le telecamere della televisione che fino a quel momento avevano ripreso le operazioni di carico all’esterno dell’astronave furono richiamate all’interno dalle urla e dagli schiamazzi dei due che si rotolavano sul pavimento
<<… Cari telespettatori, è proprio mentre eravamo impegnati nel commentare le ultime fasi di preparazione per la partenza dell’ARCA26, che siamo nostro malgrado costretti a testimoniare, con la nostra telecamera, un fatto davvero increscioso… Due viaggiatori, probabilmente provati dalla lunga attesa sono venuti alle mani… Ma ora avviciniamoci per provare a parlare con i due personaggi che come potete vedere sono stati prontamente divisi dal personale militare presente sull’astronave…
… Eccoci qui con i due… Permettete una domanda?>>
I due erano tenuti stretti dai militari… Ma anche se a fatica, mentre il giornalista si stava avvicinando, riuscirono a divincolarsi e mentre guardavano dritti nell’obbiettivo della macchina da presa sorprendentemente urlarono all’unisono:
“Come dei virus per migliaia di generazioni l’umanità ha devastato tutto ciò che ha toccato, Questo è l’ultimo pianeta che distruggerete pezzi di merdaaaaaaa!!!”
e L’altro leggermente fuori Sync chiuse la frase con un leggero ritardo:
“… Questo è l’ultimo pianeta che distruggerete pezzi di merdaaaaaaa!!!”
e poi entrambi fecero vedere in camera che nelle loro mani stringevano delle scatoline decorate con finissimi fili di rame, annodati in modo artistico, a formare due cuori sepolti dalla neve….
e appena sotto il cuore un piccolo bottone collegato ad un innesco wireless…
Poi con le mani libere rivolti ai telespettatori fecero il segno tristemente noto della “W” e della “E” della fin troppo nota setta: “World Extinctions”
e poi ripeterono la frase simbolo della setta, questa volta perfettamente all’unisono:
“In un momento, un tormento, di rame un filamento…
“In un momento, un tormento, di rame un filamento…
… Estinzione”
… Estinzione”
Il militare, che stava controllando i bagagli in entrata, fece solo in tempo a gridare:
“… Ci sono delle testate termobariche presto scapp….”