Parole gettate nel nulla,
parole a caso gettate nel nulla.
Parole avanzate, gettate nell’umido
e vecchie frasi di plastica accartocciate con un “crack”
Foglie scese ad “U”
toccano terra e rotolano,
centrifughe di vento,
giallo morto e vento
“A me piace il giallo, il giallo mi rilassa”
“Il giallo è il colore della follia”
“A me piace…”
Foglie scese sotto al tappeto
nascondo a mucchi
ma il vento le prende e le porta…
“Il tappeto… Quello giallo e marrone… Lo devi portare a pulire…
Mi hai sentita? Con quella macchia di sugo che sta lì da Capodanno… Ogni volta che lo guardo ripenso a Gisella ed Andrea… Ma che cosa strana… Te lo ricordi che sembravano tanto contenti e innamorati e dopo due giorni lei ha scoperto che lui stava con Marilena… Che cosa assurda… te lo ricordi? Ma mi stai ascoltando?”
“Si amore… Tappeto, sugo, Capodanno Gisella, Marilena, ascoltando…”
(Dove le porta le foglie?
… Poi perché sono sotto al tappeto?
Se rappresentassero le cose brutte del mondo, allora avrebbe un senso, nasconderle sotto al tappeto sarebbe logico…)
Foglie scese, sotto al tappeto
nascondo a mucchi…
“I mucchi sono i mariti delle mucche?”
“No amore… Per favore, lasciami lavorare per scrivere ho bisogno di concentrazione”
“Concentrazione per fare cosa?”
“Scrivere questa poesia”
“Allora, a parte che questa cosa che stai scrivendo sull’autunno è una cagata devastante, ma tu questo lo chiami lavoro? Un poeta… Abbiamo un poeta in casa… Ma falla finita e trovati un lavoro… Il poeta abbiamo.. Non sei buono neanche ad infilare due rime…”
“La poesia è un’arte… E poi la mia è prosa io non scrivo in rima… Anche se ne sono capace… Quello che faccio deve essere musicale, deve entrare nel cervello e mettersi a girare… Mi capisci?”
“Eeeeh si, ti capisco a mucchi…”
… nascondo a mucchi
ma il vento le prende e le porta…
“A Trilussa e Ungaretti non serviva nascondere foglie d’autunno sotto ad un tappeto…”
“Lo sanno tutti che Trilussa e Ungaretti sono, da sempre, dei poeti sopravvalutati”
“E chi lo avrebbe detto?”
“Non importa…”
Parole gettate nel nulla,
parole a caso gettate nel nulla.
Parole avanzate, gettate nell’umido
e vecchie frasi di plastica accartocciate con un “crack”
Come foglie scese ad “U”
toccano terra e rotolano,
centrifughe di vento,
giallo morto e vento.
Come foglie scese sotto al tappeto,
ne nascondo a mucchi,
ma il vento le prende e le porta via da pensieri e libri.
Le parole che mancano nella testa
vanno via d’autunno
parole a caso gettate nel nulla
come foglie
di giallo morto e vento
di giallo morto e vento.
(A Ungaré beccate questa….)
“Guarda che non si può <<beccare>> niente…”
“Chi?”
“Ungaretti…
Hai detto <<A Ungaré, beccate questa>>, ma la verità è che non si può <<beccare>> proprio niente… Neanche un raffreddore”
“E perché?”
“Perché Ungaretti è morto”
“e Trilussa?”
“Pure…”
