Nell’autunno dei miei pensieri
alberi mossi dal vento lasciano la testa piena di foglie…
Dentro…
Che frusciano…
frrraaasccccccxxxxxxx
fraaaasscccxxxxxx
la mia testa come una “Boule de neige” ma al posto della neve le foglie cadute…
La muovo, la dondolo a destra e sinistra….
Prima piano per capire
frascxxx
poi più forte cercando nel fruscio qualcosa di familiare
qualcosa che tra l’fruscio ho udito
frrraaasccccccxxxxxxx …
fraaaasscccxxxxxx …
Sono passi,
passi incerti nel sottobosco…

Nel sottobosco dei miei pensieri,
qualcuno se ne va guardando a terra tra le foglie morte,
foglie ingiallite, foglie rosse…
Qualcuno,

portando un cesto infilato a metà braccio, tra i miei pensieri…
Mi ha svegliato
.

“Ohhh!!! Tu…”
Lo chiamo…
“Dici a me?”
“Si dico a te… Chi sei?”
“Sono l’autunno… “
“Già sei qua?”
“Si ho preso la scorciatoia, quella del sentiero dietro la cascata dei ricordi”
Alza un braccio indicando verso la cascata…
“E il cesto a cosa ti serve? Vai per funghi?”
“Ma che funghi… Prendo i ricordi dimenticati e poi anche qualche oggetto perduto, per la mia collezione….”
“Quali oggetti?”
“Ma si… Un mazzo di chiavi, un accendino, un pacchetto di sigarette… Non avevi notato che in questo periodo dell’anno perdi più cose?”
“Effettivamente…”
“Io quando le trovo le metto nel cesto insieme ai ricordi abbandonati”
“E poi, per esempio… Con le chiavi della mia macchina cosa ci fai?”
“Niente… Mai sentito parlare di collezionismo?”
“E tutti gli oggetti che prendi dove li tieni?”
“Tecnicamente… Da nessuna parte, li lascio dove sono… Sotto ad un divano, dietro a un mobile, in fondo ad un cassetto… Ma finché non li trovi posso tenerli nel cesto, così sono miei e posso usarli, collezionarli, giocarci….”

“Senti Signor Autunno…”
“Dimmi”
“Quando arrivi a piedi tra i miei pensieri, nella mia testa calpestando le foglie secche…”
“Si?”
“C’è proprio bisogno di fare tutto quel chiasso?”
“Ma io così ti avviso che è arrivato l’autunno… Pensavo ti piacesse”
“Ma stavo dormendo e poi non c’è bisogno che mi avvisi, me ne accorgo da solo, la gente si mette i maglioni, inizia il vento da Nord, la spiaggia è deserta, comincia a piovere, il cielo si rannuvola, la temperatura scende, gli alberi si ingialliscono e cominciano a perdere le foglie…”
“L’ Abete no…”
“Adesso cosa c’entra l’Abete, l’Abete è un sempreverde…”
“Ok…”

Mi parve essersi rattristato un poco, dopo quel discorso
Si girò e si avviò a passo lento, leggermente incurvato, trascinando i piedi tra le foglie cadute,

pensai di averlo sgridato un po’ troppo e allora…

“Senti… Autunno”
“Dimmi”
disse fermandosi e girando leggermente la testa bassa
“Tieni prendi questo…”
E gli porsi un ombrello
“E’ per la tua collezione… Questo non lo trovo più da un paio di giorni”
Autunno tornò indietro accennando un sorriso
Prendendolo esclamò…
“Ma è bellissimo….”
E con gli occhi accesi, mentre lo girava e rigirava tra le mani aggiunse
“Ogni spicchio è colorato in maniera differente…Ma sei sicuro di volermelo dare?”
“Si tranquillo…. Ah… E per il rumore…”
“Si farò meno rumore promesso”
“No, volevo dirti che non fa niente, continua pure ad avvisarmi, non vorrei dimenticare da qualche parte anche l’autunno…”

Questa volta andò via saltellando in mezzo alle foglie dei miei pensieri, con il suo nuovo ombrello, aperto, tutto colorato, in una nuvola di foglie mosse…

“Amore, hai visto l’ombrello che era qui all’ingresso?”
“Quale?”
“Quello di mia madre, quello con tutti gli spicchi colorati…”
“No mi dispiace”
“Ma l’avevi preso tu l’ultima volta che pioveva per andare a prendere il pane sotto casa”

La guardai pensando per un momento al Signor Autunno e al suo sguardo felice…
E le dissi in un soffio…
“Mi spiace Amore, credo di averlo perso”