“Raccontami la tua storia”
Sul tavolo c’era una bottiglia di vino rosso piena per metà, un paio di tovaglioli di carta appallottolati, due coltelli puliti, una forchetta anch’essa pulita, e due bicchieri…
Uno dei due bicchieri se ne stava semi vuoto, di fronte all’uomo in la con gli anni, i capelli bianchi ed il viso segnato da rughe profonde.
L’altro, un ragazzo sui vent’anni continuava curvo già da un po’ sul suo nuovo modello di cellulare…
La tovaglia era una di quelle che si possono comprare in alcuni negozi cinesi, si trovano fuori, avvolte sui rulli,
di quelle che si vendono al metro con quei disegni improbabili…
I due dovevano aver finito di cenare da poco, i piatti posati con dignità nel lavandino ne portavano ancora i segni.
La televisione accesa a basso volume dava, in sottofondo, notizie delle solite inondazioni e di un nuovo femminicidio…

“Dai, raccontami la tua storia”
“Non lo so… Non mi sembra così interessante…”
“Tu raccontamela lo stesso”
“Ma è lunga… Molto lunga”
“Non ti preoccupare ho tempo…”

Il posacenere era già stracolmo e spegnerci una sigaretta senza sfregare le dita tra i filtri maleodoranti era diventato un gioco di abilità, l’uomo allora prese un bicchiere di plastica, ci versò due dita d’acqua e poi ci tuffò dentro la cicca di Muratti Ambassador, fu possibile udire per un attimo un leggero sfrigolio e poi un filo di fumo levarsi, ultimo.
Il ragazzo invece stava giocherellando con il suo cellulare, muoveva le dita rapidamente, facendo lo scrolling delle varie Applicazioni.

“Ma perché ti interessa tanto conoscerla?”
Per fare in modo che non sia dimenticata… “
“Ma perché proprio la mia?”
“Perché ogni vita merita di essere ascoltata”
“Ma poi anche tu morirai e la mia storia sarà comunque perduta”
“No perché io la scriverò, la posterò e la condividerò dopo averla salvata nel “Cluod” e su ogni social di questo tempo e resterà lì per sempre, ovunque qualcuno la dovesse incontrare”

E così dicendo il ragazzo, con il dito, sfiorò il tasto “rec” del suo cellulare e con un sorriso disse:

“Dai Nonno, ora inizia a raccontare…”