“Ma come fai a dire che tutto è collegato?”
Perché vedo i fili
“Ma quali fili?
E poi c’è l’imponderabilità”
“Quella non viene calcolata
“Nessuno può evitare di tenerne conto i fatti sono fatti”
Certo e non ti dico di no ma c’è sempre una via d’uscita
“A si? E dimmi allora, quale sarebbe questa via d’uscita?”
Il cammino metafisico…
“Tu mi parli di metafisica, cioè mi vieni a parlare di qualcosa che tendenzialmente per me non ha significato”
“...Ma dovrebbe, è si, dovrebbe proprio avere un significato
“T rendi conto di quello che dici o stai parlando in Playback?”
Ma certo, io si… Sei tu che hai difficoltà d’intelletto
“Io?”
Certo, non vedi gli occhi sgranati di chi ti sta guardando?, E’ ovvio che condividono il mio stesso disagio
“E quale sarebbe questo disagio? “
Ancora non l’hai capito?
“No e ti prego di spiegarmelo”
Va bene e chiedo scusa a lor signori ma il mio compagno ha bisogno d’essere reso edotto dei suoi errori
Allora:

Io sto cercando di chiudere una scala alta a picche e il tuo avversario a destra qui come si chiama?…
Goffredo…”
Grazie… E il nostro avversario Goffredo sta raccogliendo ogni picche che tu stai scaricando per evitare che le prenda io, così nel frattempo ha già incastrato 9,10 e Jack mentre tu sei lì a parlare di imponderabilità…

“E quindi?”
“Ma che ti devo mettere un cartello con scritto “sto facendo una scala a picche”?

“Ma a me le picche non servono…”

Scusate un momento…
disse appoggiando le carte sul tavolo e asciugandosi il sudore della fronte con un fazzoletto bianco che aveva tirato fuori da chissà dove…
Poi guardò il suo compagno dritto negli occhi e gli chiese:

Ma fai sul serio o mi stai prendendo per il culo?
L’altro intimidito sussurrò:
“A me veramente le picche non servono davvero… Vedi sto andando a quadri…”

E nel dirlo, come a voler essere più convincente, gli fece vedere le carte, ma così facendo anche la coppia avversaria ebbe modo di guardarle.
A questo punto, l’Ammiraglio si alzò in piedi e con un salto sorvolò il tavolo atterrando con forza sul compagno ed entrambi precipitarono a terra, tra l’incredulità generale e il fracasso della sedia che si rompeva e del tavolo, che capovolgendosi, aveva trascinato con se: carte, bicchieri, posacenere, sigarette accese e da accendere, una ciotola di patatine e due Crodini… E urlò:

“Io ti strappo le orecchie cretino deficiente e poi ti ci strillo dentro frasi a caso di Aristotele, grandissima testa di cazzoooo!!!”

poi gli mise le mani intorno al collo e cominciò a stringerle forte…

Una voce metallica proveniente dal radio-diffusore, che levitava nell’angolo lontano della stanza li interruppe.
<<Ammiraglio Hugonov immediatamente sul ponte di comando…. Ammiraglio Hugonov immediatamente sul ponte di comando>>

I due smisero di azzuffarsi e nel limite del possibile si ricomposero…

Entrando trafelati dal trasporto in cima alle scale non poterono fare a meno di attirare leggermente l’attenzione dell’equipaggio e mentre il tenente cercava uno dei bottoni dorati del colletto, l’Ammiraglio andava sistemandosi i capelli…

“Dove siamo?”
Chiese l’Ammiraglio
“Stiamo per entrare nell’orbita di Hartika IV, la flotta nemica è schierata nel quadrante Ovest sopra le miniere di Prewasto,
mi permetto di ricordarle Signore che questo giorno è importantissimo…”

“Certo nostromo… Non deve ricordarmelo, ne sono cosciente”

Il Dottore presente sul ponte di comando si avvicinò silenziosamente al Tenente Venusiano che aveva una delle due antenne-propagini spezzata che gli pendeva dalla fronte e una riga di sangue marroncina che gli colava da un occhio e sottovoce gli disse:
“Tenente, vuole che la medichi?”

Ma l’Ammiraglio gli rispose in modo stizzito e senza girarsi
“Non si preoccupi Dottore… Gli ricrescono…. Gli ricrescono sempre quelle cazzo di antenne”
E poi come a giustificarsi, cercando gli sguardi di assenso di tutto l’equipaggio continuò dicendo:

“E Vabbè… Mi scarta picche il deficiente, Picche… Mentre io… E l’avevano capito tutti al tavolo, stavo facendo una scala a picche…
Poi proseguì imitando in tono canzonatorio, la voce nasale del Venusiano
“<<No ma io faccio quadri… io faccio quadri>>
Ma chi ti ha fatto Tenente?… Chi è quel cerebroleso che ti ha fatto Tenente?…”

Nel silenzio senza risposte di nuovo la voce metallica:
<<Il Comandante in capo delle truppe Hartikiane è in linea Signore”
“Passamelo sul Olo-visore panoramico…”

Quando apparve sul visore, il Comandante Krell, Comandante in Capo delle forze militari Hartikiane, sembrò finalmente avere il viso disteso, dopo due millenni di tempo terrestre, impiegati a farsi la guerra, milioni di vittime e Triliardi di Triliardi di Rublo-dollari spesi, finalmente quel giorno era arrivato, un primo accordo per dei colloqui di pace era giunto,
La Terra e Hartika IV avrebbero forse cessato le ostilità,
probabilmente neanche il più folle degli scommettitori ci avrebbe mai rischiato un centesimo bucato, ma incredibilmente, quel giorno era adesso.

Comandante Krell, come vede siamo arrivati… E anche in perfetto orario”
Disse L’Ammiraglio accennando ad un sorriso, ma non riuscì a completarlo poiché aveva il labbro superiore ancora indolenzito dallo scontro avuto poc’anzi con il Tenente…
“Salve Ammiraglio Hugonov, lieti di accogliere lei e la sua delegazione qui su Hartika IV, il mio fidato attendente le sta inviando proprio ora, il programma della giornata per i colloqui di pace tra i nostri popoli, ma prima… Vorrà senz’altro concedermi un momento fuori dal protocollo per conoscerci un po’ meglio…”

L’Ammiraglio preso alla sprovvista da quelle parole in pochi secondi decise che quattro chiacchiere e un bicchiere di Gafren, un liquore Hartikiano a bassa gradazione, non avrebbero certo potuto mettere a repentaglio i colloqui di pace…

“Certo Comandante, sarà un piacere scambiare due chiacchiere amichevoli con lei, prima dei momenti ufficiali”
“Bene Ammiraglio… La aspetto allora tra venti minuti nel quadrato ufficiali sulla mia nave…”
“Va bene Comandante a tra poco”
“Ah…”
Aggiunse il Comandante Krell:
“Ammiraglio… Porti pure con se uno dei suoi ufficiali, qui da noi è tradizione… Prima di ogni momento importante
ci facciamo sempre una bella partita a Burraco…”