Ogni parola, ogni pensiero segue anche senza che nessuno guardi,
siamo noi stessi spettatori di noi stessi,
parole di rimbalzo,
parole dette, parole tenute strette,
tra i denti o dentro,
profonde,
che affogano senza morire,
ci aspettano nascoste, per giorni, pronte ad uscire,
un pensiero,
ricordo, di non averlo detto,
o forse l’ho detto.
Parole nascoste,
nell’intimo impersonale “io”,
“Il Castello sempre a destra”
dove dice Enrico…
Dove l’ho lasciato ieri e lo troverò domani,
l’immortalità oltre l’apparenza,
l’apparente immortalità,
inganni senza filtri.
Basta; se scendo io poi scendi anche tu?
Cosa racconti? di quale libro?
Avevo preso, quella manciata di sale, averla mi faceva sentire tranquillo,
posso capire ogni battere di ciglia, ogni smorfia, anticipare il dolore, la noia, passeggiare intorno ad un divano o sedermi a gambe incrociate di fronte al mio destino, prendo fiato…
Lasciami un pezzo dei tuoi ricordi, lo conserverò come fosse il mio
e se dovessi dimenticare allora ti ricorderò.
Ti ricorderò così…
Allegro, un po’ malinconico.