Lo so che è una sciocchezza ma…
Io credo a tante cose…
Soprattutto credo…

Mi sono chiesto spesso se questo mio credere senza limiti, sia più simile ad una malattia inguaribile che a una dote…
Alcune persone che conosco mi hanno detto quanto sia bello che io creda proprio a tutto…
Ma poi le stesse persone mi hanno spesso preso in giro e deriso per questo stesso motivo…
Quindi cosa dovrei pensare?

Il giorno dell’arrivo della lettera ho pensato che fosse uno dei soliti scherzi…

Al suo interno un cartoncino avorio con su scritto “Complimenti!!!” stampato in color nero
e poi un indirizzo di una strada del centro città con un numero civico e il numero di un piano…
E basta… Solo quello.
Una lettera senza francobollo e senza mittente, consegnata a mano…
Un’altro scherzo?… Sicuro… E poi mi prenderanno in giro… Io andrò là e quando arriverò salteranno fuori e si metteranno a ridere…
Forse però dovrei andare… Cosa potrebbe succedermi?… Oramai sono abituato alle loro prese in giro.
Potrei andare, giusto per vedere com’è la situazione e poi se vedessi qualcuno che conosco nei paraggi potrei sempre far finta di niente ed andarmene…
Stavo solo facendo un giro per delle compere ” … Potrei dire così…

Vediamo di leggere bene l’indirizzo… Via (…) Numero (…) piano 245
E’ vicino, non ci sono orari…
Vado subito, se fosse uno scherzo almeno mi tolgo il pensiero…
Potrei andare a piedi sono 10 minuti, ma preferisco chiamare un Taxi, così posso mantenere un briciolo di incognito.

Sono in strada, ecco il Taxi, salgo, mi accomodo sui sedili posteriori, subito avverto l’odore di uno scadente deodorante per auto…
“Buonasera Signore… Dove la porto?”
“Via (…) numero (…) Grazie”
Il taxi si muove e si immette nel traffico caotico delle 18.00, ho modo di pensare un po’.
Mentre guardo distrattamente fuori dal finestrino leggermente appannato, fuori ha iniziato a cadere una leggera pioggerella che sembra formare tanti minuscoli globi luminosi.
“Siamo arrivati…”
“Grazie quant’è?”
“Sono 120 “
“Tenga pure il resto”
“Grazie Signore e buona serata”
“A lei”
Il palazzo è lì, alto, in parte buio, mi avvio all’ingresso, la pioggerella mi bagna un po’ il viso, salgo l’enorme scalinata ed entro.
All’interno mi accoglie una vasta sala, a destra un Desk per i visitatori, ma il portiere al momento non c’è, mi guardo intorno, faccio qualche passo cercando delle scale, ma non ne vedo, faccio un sospiro, poi prendo il coraggio a due mani e mi dirigo verso la colonna degli ascensori.
Spingo il bottone di chiamata di quello al centro… La freccia di “discesa” si illumina accompagnata da un avviso acustico…
Le porte si aprono ed entro, all’interno un classico specchio mentre in sottofondo posso ascoltare della musica che proviene da un piccolo altoparlante nell’angolo in alto.

Non c’è nessuna pulsantiera…
Solo un bottone…

Spingo il bottone…
L’ascensore sobbalza leggermente e si muove… Sento che stiamo salendo…
La musica improvvisamente si interrompe e una calma e suadente voce femminile comincia…
“Buonasera… Lei è appena morto”
Penso… (Oh Porca miseria… Ma ti pareva che dovevo morire proprio oggi che in televisione danno le finali di Tamburello a squadre?)
“Le finali di tamburello erano ieri”
“Ma che mi leggi il pensiero?”
“Si qui è naturale
“Ma se io sono morto adesso che la finale deve ancora essere giocata, come fa ad essere stata giocata ieri?”
“Perché qui il tempo passa in maniera differente, e poi, qui tu puoi sapere cose già accadute nel mondo che non pensavi di sapere”
“Non capisco”
“Prova a pensare al risultato della finale di Tamburello a squadre…”
“Ma non l’ho vista”
“Appunto… Tu prova comunque a pensarci”
“Hai ragione Voce… 13 a 6 l’Italia ha sconfitto la Francia…”
“Visto?”
“Evvaiiiii!!! Campioni del Mondoooo…”
“Voce?”
“Dimmi”
“Ma ora cosa succede?”
“Adesso c’è tutta quella trafila del <<…Sei stato buono o cattivo?…>> e poi sarai accolto in una delle nostre strutture per un tempo “X” fino alla prossima ricollocazione”
Le porte si aprirono e io avanzai nel piccolo atrio di fronte a me, potei fare un unico passo, poiché notai che poteva a malapena contenermi e di fronte, ecco le porte di un altro ascensore… Nonostante non fossi vestito in maniera pesante, una goccia di sudore mi scese dalla fronte, scivolò sul naso indugiando alcuni secondi e poi cadde sul pavimento, spinsi il bottone di chiamata e attesi del tempo, non so quanto, guardai distrattamente il mio orologio e mi accorsi che era fermo.
Entrai nel secondo ascensore…
C’era un solo bottone, lo spinsi, le porte si chiusero, con un sobbalzo l’ascensore partì, questa volta in discesa…
“Voce?”
“Si?”
“Ma quando arriviamo?”
“Lei è già arrivato”
“Ma se sono ancora nell’ascensore? E poi non dobbiamo fare quella cosa lì del Buono o cattivo?”
“E’ stata appena fatta… Le ho detto già che qui il tempo funziona in maniera differente”
“Si… Si me l’hai detto, ora però mi dovete << collocare in una struttura >> mi avevi detto anche quello”
“Certo, la struttura nella quale sarai collocato, rispecchierà l’andamento della tua vita”
“E quindi? “
Quindi risulta che tu sia tra quelli che sono stati giudicati <<Abbastanza cattivelli>>”
“E dove mi collocherete?”
“Ooh… Tu sei già dove dovresti essere”
L’ascensore si fermò, si aprirono le porte, feci un solo passo avanti, era l’unico che potessi fare perché le due pareti a destra e sinistra, larghe quanto le porte dell’ascensore, si allungavano per circa un metro davanti a me, fino alle porte di un altro ascensore…
Le porte dietro di me si richiusero e rimasi intrappolato in quello spazio angusto, spinsi l’unico bottone disponibile per la chiamata, le porte si aprirono e mentre salivo dissi:
“Ma non potete farmi questo… Non sono stato poi così cattivo…”
“Questo lascia che lo giudichino gli altri”
“Ma non potete lasciarmi salire e scendere in questo ascensore senza dirmi nulla, questa è una delle cose delle quali ho più paura…”
“Allora… ho due notizie, una bella e una brutta, quale vuoi sapere prima?”
“Quella bella, quella bella…”
“Ti hanno concesso delle attenuanti generiche… Ti viene data la possibilità di conoscere il tempo rimanente della pena, che dovrai scontare fino alla tua prossima ricollocazione”
“E quanto sarebbe?”
“Venticinque milioni di Elefanti”
“E quanto sarebbero venticinque milioni di Elefanti?”
“Non avere fretta… Lo capirai, lo capirai”
“E la brutta notizia?”
“La brutta notizia è che non è l’ascensore la cosa della quale hai più paura…”
E la luce si spense lasciandomi in un buio profondo, infinito, terrorizzante…
Improvvisamente dall’altoparlante, mentre l’ascensore ripartiva, iniziò a diffondersi una cantilena lenta e fastidiosa..<<…Un elefante,
si dondolava,
sopra al filo di una ragnatela,
e trovando la cosa interessante,
andò a chiamare un altro elefante…
Due elefanti
si dondolavano…>>