Lui fu il primo ad arrivare e fu tanta la sorpresa…

Questo posto è così grande
Disse,
“Posso correre da un punto all’altro di quest’enorme spazio senza incontrar pareti o vincoli di sorta

Dove sono?”

“Sei nel nostro Amore immenso…”
Disse la voce di Lei

“Perché non posso vederti?”

“Perché questo Amore è talmente grande che mi nasconde ai tuoi occhi…
… Puoi provare a guardare lontano, per vedere dove sia la fine, ma non potrai vederla, perché non v’è limite a questo Amore, ci sono forme incredibili, cuori rossi di tessuti morbidi, stanze dorate, infiniti tramonti sul mare, montagne di panna piene d’alberi meravigliosi, una fonte d’acqua calda e campi di Lavanda e grano rosa e…”

“Perché il grano è rosa?”
“Perché è come lo vede il nostro amore… Guarda lì quegli splendidi alberi Blu Cobalto…”

“Là vedo una tavola imbandita con mille tra torte biscotti, dolcetti e prelibatezze d’ogni sorta… Sembran esser buonissimi”
“Infatti lo sono… Sono la cosa più buona che tu abbia mai mangiato e se coltiverai il nostro Amore, rendendolo vivo ogni giorno, senza mai fargli mancare la fiamma, la sorpresa, la tenerezza, gli abbracci, la sicurezza la condivisione e il tuo stesso Amore, allora potrai mangiarne quanti ne vorrai, perché quelli sono dolci che non saziano e non ingrassano…
E potrai tuffarti nella fonte calda senza che al contatto la pelle si rovini
e potrai berne l’acqua che si trasformerà in ciò che tu vorrai essa sia… Sarà dolce, sarà amara o sarà vino che non ubriaca…”

“Come posso coltivare questo Amore?”

Le luci di una stanza si spensero, era una stanza talmente lontana che lui neanche ci fece caso…

“Non posso certo dirtelo io come fare… Dovrai solo cercare di essere te stesso sbirciando ogni tanto dentro di me…”

“Sembra facile”
“Allora accetti questo Amore?”

“Posso pensarci un momento?”

In un angolo remoto di quell’Amore apparve una parete fatta di tronchi… Lui non se ne accorse, perché la parte d’Amore alla quale, quella parete impediva l’accesso, era talmente lontana, che non era possibile scorgerla e Lui non ci sarebbe comunque mai capitato neanche per sbaglio.

“Accetto… “
Disse Lui

“Ti amerò per sempre, donandoti tutto me stesso e ogni giorno sarò al tuo fianco alimentando la fiamma di questo immenso Amore, sorprendendoti, sarò tenero e comprensivo, ti donerò abbracci, sicurezza, condivisione e tutto il mio Amore”

“Le tue parole mi aprono il cuore…”
Disse Lei e in quel posto, fatto d’Amore senza orizzonti, per due giorni piovvero orsacchiotti di peluche di millemila colori, talmente tanti che, quell’Amore pur essendo immenso, quasi ne venne riempito.
Lui camminava a fatica cercando di avanzare tra tutti quegli orsacchiotti, anche se… Non ve ne era alcun motivo
.

Passò del tempo e devo dire che anche se in un Amore così grande non se ne avverte il bisogno, un giorno apparve un orologio, proprio vicino agli unicorni azzurri che stavano brucando l’erba arcobaleno, non era un orologio grande, per darvi un’idea, era grande come una Frullallegra e se non avete mai visto una Frullallegra beh… Allora non posso aiutarvi…
Forse non siete mai stati innamorati.
L’orologio rotondo senza numeri e senza lancette stava sospeso, fermo a mezz’aria ma, da ogni lato lo si guardasse, se ne poteva scorgere unicamente il quadrante come se ruotasse insieme all’osservatore in modo da permettergli solamente la visione frontale.

Finalmente un giorno Lei apparve…
E quando apparve si udì distintamente un suono di arpe, così angelico, da commuovere gli stessi Unicorni che, piansero lacrime felici color della neve… Uno degli unicorni, accecato da quelle lacrime, si mangiò inavvertitamente una Frullallegra, ma nessuno se ne accorse.

Lei scese da una scala che proveniva dalle nuvole lo fece passo a passo… Lentamente… Talmente piano che sul quadrante dell’orologio, quello a mezz’aria, apparve un numero, ma nessuno ci fece caso, perché Lei era così bella che anche gli Angeli si fecero gelosi della sua bellezza, petali di Rose di tutti i colori le nevicarono intorno fin quando non arrivò vicino a Lui…

Si strinsero, in un lungo ed infinito abbraccio…
Tanto lungo da far intorpidire le braccia di Lui…

Segno evidente che in Lei il sangue circolava meglio

“Scusa…”
Disse lui
“Mi si sono addormentate le braccia”

E si sfilò dolcemente da quella stretta amorosa.

“Fa niente…”
Rispose Lei… E il suo sorriso cambiò di angolazione, ma lui non se ne avvide, poiché manteneva costantemente i suoi occhi persi in quelli di Lei.

Poco distante un Unicorno si accasciò, svenuto, su di un lato… E mentre moriva, l’erba arcobaleno gli crebbe intorno veloce, fino ad avvilupparlo completamente e lo dissolse, nutrendosene, per poi tornare ad un’altezza naturale.
Nessuno di loro due se ne accorse… Gli Unicorni erano tanti e uno in più uno in meno… Non faceva differenza.


Vennero altri giorni, e il loro meraviglioso mondo fatto d’Amore continuò modificandosi, a volte lentamente, altre, talmente in fretta che non ci si abituava…
Quello che una volta era un orizzonte sconfinato, adesso era diventato, un muro rosa, abbastanza vicino da poterne scorgere i mattoni,
l’erba, aveva perso tutti quei colori incredibili ed ora, era di un comunissimo color verde prato,
L’orologio, sospeso a mezz’aria, aveva molti numeri e due lancette, una lunga e una più corta, che si muovevano in senso orario.
Lei spesso sbuffava ed ogni volta che lo faceva una Frullallegra esplodeva,
Lui continuava a guardarla negli occhi senza accorgersi di nulla

E venne il giorno che non dimenticarono mai più.

Lei lo scoprì sbirciare dentro un altro mondo d’Amore che non era il loro…
Non disse nulla, ma dalla fonte, iniziò a sgorgare un liquido nero appiccicoso che tracimando, andò a sporcare tutto, impiastricciando qualsiasi cosa.

Allora lo attese, seduta sotto l’ultimo albero rimasto, color blu cobalto e quando Lui arrivò Lei gli chiese:

“Perchè? …”

“Perchè cosa?”

“Ho visto come guardavi quell’altro mondo fatto d’Amore”

“Ma è ovvio, quello è un mondo più bello di questo…”

“Perché lo dici?”

“Perchè ora qui è tutto brutto, gli Unicorni sono andati via, le Frullallegre sono esplose, i muri intorno a noi sono diventati grigi ed è tutto così brutto e freddo…”

Lei pianse, e mentre piangeva l’ultima erba scomparve, lasciando il posto ad un pavimento scuro… Le pareti di quel mondo, che per anni era stato il loro immenso Amore, si strinsero ancor di più.

Rimasero immobili a guardarsi, in quella che era diventata una stanza di due metri per due, con una piccola porta, il tutto illuminato da una triste luce al neon, attaccata al soffitto basso, che non funzionava neanche tanto bene.


Alla fine Lei raccolse a terra uno straccio fatto di coraggio e glielo gettò addosso dicendogli:
“Guardati intorno, come è potuto succedere, cosa ne è stato del nostro mondo incantato?”

“Non lo so” rispose lui girandosi di spalle.

Lei, aperta la porta, uscì nel mondo reale,
si aggiustò i capelli e dalla borsa estrasse un lucida labbra rosa pastello, ed un piccolo specchio rotondo,
inspirò a lungo aprendo i polmoni e poi soffiò via l’aria fino a svuotarli completamente, in quello che sembrò essere un atto liberatorio.

Se ne andò lasciandolo da solo, camminando per la sua strada , in una tiepida giornata di sole, senza voltarsi mai…

Si… Certo… Ci volle un pochino di tempo ed altre lacrime per dimenticare quell’immenso Amore, ma Lei continuò a costruire mondi fantastici, mondi fatti di Unicorni e Frullallegre,
che di volta in volta però, erano sempre più piccoli…
Nessuno se ne accorse,

perché nessuno si spinse mai così lontano da accorgersene…

Nessuno.