Nel terzo cassetto aperto, sotto ad alcuni fogli di carta, una confezione di pile Duracell, un trenino di legno colorato e un vecchio cellulare Nokia, che non ricordavo di aver mai comprato, ho trovato una vecchia macchina fotografica usa e getta.
Piccola, nera, tutto intorno un cartoncino colorato giallo e rosso…
vecchia di almeno vent’anni, il rullino ancora all’interno…
Controllo…
Sembra essere stato usato…
Non ricordo quando, non ricordo dove e non ricordo neanche cosa devo aver fotografato…
Allora con estrema fatica cerco di tornare indietro ai tempi delle macchine fotografiche con i rullini da sviluppare, ma sono ricordi nebulosi…
Ricordo bene la vecchia Nikon di mio padre la FM Black quella che avevo usato in Spagna, a Venezia, Positano, quella con l’obiettivo da 135 mm…
Ma questa carabattola di plastica e cartoncino colorato la ricordo a stento.
Chissà se portandola a sviluppare…
Penso…
Se fosse quella dello scudetto della Roma del 2001 allora sarebbero passati proprio vent’anni…
Ricordo di aver fotografato le strade piene di macchine con le bandiere, la gente che cantava, Via Cola di Rienzo, il Ponte sul Tevere e Piazza del Popolo con le persone che si buttavano nella fontana…
Chissà se è proprio quella…
Ma perché non l’ho fatto sviluppare il rullino?
E se invece, dentro ci fossero ricordi che non voglio smuovere?
Se ci fossero cose che semplicemente non voglio vedere?
Li in quella scatola c’è racchiusa una sensazione e fino a quando non la aprirò non potrò sapere se mi provocherà una felicità o una tristezza…
Due distinte sensazioni chiuse all’interno del rullino del mistero, seguono all’infinito, convivendo nella medesima scatola e nello stesso spazio tempo finché non deciderò di conoscerne il contenuto…
Non pensavo di poter applicare uno stato d’animo alla “teoria del gatto di Schrödinger”
Ma a differenza del gatto di Schrödinger, che è vivo o morto allo stesso tempo nella scatola e la cui sorte è legata al decadimento dell’atomo, il destino delle mie emozioni è invece dato dalla decisione di sviluppare o meno il contenuto della macchina fotografica…
Allora per qualche minuto rimango perplesso immobile con la “scatola nera” nella mano destra e la sinistra sulla maniglia del terzo cassetto semi-chiuso…
Indeciso se mettermi a cercare un negozio di fotografia che ancora sviluppi vecchi rullini…
Per un tempo indefinito…
Perfettamente immobile…
“Amore cosa stai facendo?”
“Sto cercando una lampadina, che quella del corridoio si è fulminata…”
“Sono nel quarto cassetto non nel terzo”
“A si è vero…”
Mento, facendo finta di ricordare…
Così faccio scivolare la vecchia macchinetta fotografica usa e getta con il suo rullino misterioso nel cassetto e lo richiudo… Creando così una doppia teoria del gatto di Schrödinger…
La scatolina nera con il cartoncino colorato ora è nel cassetto chiuso….
Con all’interno il suo rullino misterioso che potrebbe contenere sensazioni positive oppure no…
E potrebbe essere ancora lì oppure no…
Proprio come i calzini…
L’unico oggetto all’interno della casa che a mio parere è in grado di fare salti quantici (*)
“Insomma questa lampadina l’hai cambiata o no?… Dai che poi mi serve una mano per spostare l’armadio della camera… Che voglio provare a vedere come sta sulla parete a destra…”
Ma per quanto mi affanni a cercare nel quarto cassetto non v’è traccia di lampadine…
“Ma hai visto che bella semioscurità che s’è venuta a creare… Vorrei provare a lasciare tutto così com’è”
Lei scompare per un attimo, ha capito…
La senti aprire un cassetto, vorresti andare a spiare, ma sarebbe inutile lo sai già, è il quarto… E riemerge con la lampadina… E lo sguardo triste…
Sussurro in un soffio….
“Se fosse vivo, a te, Schrödinger, te spiccerebbe casa”
“Cosa?”
“Niente niente… Amore cambio la lampadina e arrivo…”
(*)
E’ probabile che i calzini possano effettuare salti quantici all’interno dei cassetti o delle lavatrici…
Uno studio più approfondito ha ipotizzato che, l’energia disponibile per il salto quantico, nella lavatrice, sia all’incirca la metà rispetto a quella presente nei cassetti…
Il frequente ritrovamento, all’interno del cestello, dopo un intero ciclo di lavaggio, di numerosi calzini spaiati è la prova evidente che l’energia utilizzata per i salti quantici dei calzini, all’interno della lavatrice, basti per un solo calzino alla volta.
Dedicata “ar pupo”, per quel giorno che ti trovasti a dover affrontare un momento della vita dove molti tentennano,
indietreggiano e girandosi dall’altra parte fanno finta di niente, tu invece facesti la scelta meno ovvia, più difficile e coraggiosa…
Apristi la scatola…
Grazie, ovunque tu sia, queste poche righe sono anche per te.