Non avevo idea di quello che sarebbe successo
quando sono nato

ma comunque l’ho fatto,
certo,
avevo scelta?
c’era una scelta?

Guardami
certo che no,

no nessuna tortura, lo so che questo era triste,
ma la stessa vita può esserlo molto di più,
noi in fondo vogliamo solo dimenticare, dimenticare chi non ci guarda, chi ci tratta come se non esistessimo,
chiunque non meriti le nostre parole o il nostro amore…
La persona cattiva non sono io è la donna del racconto… Che non è in grado di avere emozioni e quindi compra la sua razione di amore che è pronta a buttare o riciclare non appena si accorge che quello che lei pensava fosse un pupazzo si riveli essere qualcosa di più…

Quindi la morale del racconto(*) qual’è?
La morale è che dobbiamo riuscire a dare il giusto valore a tutte quelle persone che sono intorno a noi e che ci vogliono bene veramente.

Il robot siamo noi con tutte le nostre fragilità, i dubbi, le perplessità, pronti ad amare senza barriere, esseri senza corazze, nudi di fronte ai nostri amori… Ma felici di esserlo, fino a che non verremo colpiti…
Finché qualcuno ci tradirà,
tradirà i nostri sogni creando tormenti e disillusioni, ma noi siamo umani e come esseri umani siamo ciò che di più forte esiste su questa terra e allora sarà come svegliarsi di nuovo…
Finché torneremo a sperare…
Finché un colpo di fortuna ci porterà un principe o una principessa…
Oppure fino a che non saremo tutti “Deleted User”.

Di solito scrivo su carta
mi sembra più semplice,
è sempre stato più semplice,
quando a scuola era giorno di compito in classe di Italiano per me era come fosse la vigilia di Natale.
Perché la vigilia?
Perché la vigilia di qualsiasi cosa è il giorno più bello… Lo diceva anche Leopardi che era un cazzo di pessimista esagerato…
I miei compagni erano preoccupati, tutti, ci credo era un Istituto Tecnico per Geometri…
L’unico fuori posto ero io…
Il mio sogno era stato da sempre fare il classico, ma la mia povera mamma mi aveva convinto dicendomi:
<<Ma con il Classico che ci fai? Poi non troverai lavoro>>
ma invece con il diploma di Geometra che ciò fatto è mamma?
Che cazzo ciò fatto?

A volte penso, non mi capita spesso, ma penso, si me l’hanno detto, io non me ne ero mai accorto, me lo hanno fatto notare gli altri, una volta, seduti sul muretto del lungomare il “tracina” mi ha detto:
<< Oooh!!! Ma me voi risponne?>>
Ed è stato lì che ho capito di riuscire a pensare, assorto con gli occhi spenti…
<< Me sa che ‘ste du’ Cerés t’hanno ammazzato Eh?>>
ma non erano state le Cerès. Avevo semplicemente scelto una strada invece di un’altra e poi un amicizia invece di un’altra e poi un amore invece di un altro e poi era cambiato tutto di nuovo

tipo le due righe che ho scritto qua sopra…

Ok… Adesso vado a scrivere da qualche altra parte…
Possiate rifare quel sogno bellissimo interrotto dal mattino e dall’affollarsi dei pensieri del risveglio,
affinché possiate vederne finalmente la fine qualsiasi essa sia.

(*) Quale racconto?
Oggi non era importante saperlo.