Quanti anni sono?
Lo sai che non ricordo
Possibile?
Ma si ti dico che ho dimenticato delle cose, e continuo a dimenticare, a volte penso che le persone vogliano incontrarsi solo per mischiarsi di ricordi…
E tu ci hai provato?
Si…
E come è andata?
Non ricordo nulla ugualmente…
E dicendolo scoppiò a ridere in una risata che sembrò terminare con un retrogusto dolce-amaro
Lo vidi che si era chiuso dentro ad un pensiero, con lo sguardo perso nel vuoto e allora cercai di distrarlo.
Adesso che ci penso non mi hai mai detto cosa è successo la sera dei falò, te lo ricordi?
No, ma anche se me lo ricordassi probabilmente non te lo racconterei.
La Luna stava tramontando a 220 gradi circa… Non so se fossero proprio giusti, ma era per dare un’idea.
Don’t Owe You A Thang cantava Gary Clark, la voce usciva dai piccoli altoparlanti del PC
e i riflessi di Luna arancione scuro saltavano sull’acqua come se stessero ballando a tempo con chitarra e batteria
Più tardi, partendo da sotto casa sua ho pensato che forse non lo avrei rivisto…
Aspetta
mi disse avvicinandosi veloce al finestrino abbassato ed entrando per metà nello sportello:
lasciati abbracciare
e mi strinse così forte che per un momento pensai che mi avrebbe incrinato due costole se non avesse mollato.
Poi si ritrasse e come a cercare qualcosa infilò una mano nella tasca interna della giacca dicendo:
Ci vediamo
Certo
Fatti sentire… Non fare che adesso non ti vedo più
non ti preoccupare, prossimi giorni devo sistemare un paio di cose, ma in settimana ti chiamo…
Io partii, mentre lui rimase lì sotto casa a guardarmi andare via, lo so perché lo scrutai dallo specchietto
Nella tasca interna della giacca mi era rimasto ancora mezzo pacchetto di Ducados, accesi una sigaretta,
si stava facendo chiaro e qualcuno già camminava per marciapiedi con vecchi cani al guinzaglio…
Lo guardai andare via in macchina, sapevo che mi stava guardando dallo specchietto, forse lo avrei fatto anche io…
Mentre il motore diesel ronzava comodo pensai: chissà se mi sarei mai ritrovato, come in un fermo immagine, seduto ancora sul muretto della passeggiata a mare a parlare con l’altro me, quello che voleva rimanere… Quello che poi alla fine è rimasto
E mentre andava via e alla prima curva sparivano le luci di posizione, pensai: certo che non chiamerà, ovvio si è stancato di me, di questa sterile collaborazione, di questa inutile convivenza…
Insomma… A volte parlavo con me stesso,
mi piaceva scambiare pensieri e ricordi con quella parte un po’ folle un po’ seria che dorme dentro di me…
Ma se ve lo state domandando… Beh no…
Da quell’ultima sera, non mi sono più fatto sentire e vi assicuro che, se l’altro me, dovesse trovare un modo per telefonarmi, giuro che non mi risponderei.
Tanto ti ascolto uguale scemo….