Tristemente vacua nell’attraversare
in un solo gentile inchino
sopito nel tempo
posa lieve un sorriso
restando presa
Lacerata
di verde e viola,
di blu e nero
di conto e al rovescio
come assorta di nebbia
che t’ascolta
Allucina a cera persa
fondimi…
Eterna effige di lancia e scudo
Distrutta d’anno in anno
d’ansia vista
si spezza…
Gridando
con le mani in acqua
scende il mare d’ali battute a morte
urlando
dilaniate dal dolore
terzo movimento della funebre
nell’immenso male.
A lungo,
scivola…
Petrolio di se.
Nero ed inutilmente…
Inutile.