Pomeriggi terminati immobili
di ieri o forse d’ancòra
che resto stanco pensando:

sogno a volte la Trista che mi divora
e giunto fino al sogno che non muore
sulla mattina e negli occhi spenti
è alle notti disattese che brindo,
all’ombre e alle stelle,
mentre fresco e chiaro sorgo, appena dietro me.

Allora tornando verso casa
lascio un castello fatto di sabbia e di nulla
pensando a non guardarci dentro
e d’ansia t’avviso,

non guardarmi dentro,
per favore non guardarti dentro di me,
sono frammenti di noia,
sono solo schegge d’un riflesso sbagliato.