La stanza dalle paretidiparati
si chiede chi sono gli abitanti del prato
se lo chiede ma nessuno risponde.
La stanza dalle paretidiparati
è una stanza libera senza pretese
e nessuno più scende le scale dai gradini in legno
di quella stanza dalle paretidiparati.

<<… Fiori gialli grandi e rossi, blu macchiati e verdi…
Intorno al camino gira si scolla e pende
di vecchiezza storta arcuata e ritorta…

Stanno, pistilli e stami, tutti appesi a mille a mille,
dipinti, sulla carta che si scioglie…
Nella stanza dalle paretidiparati.
>> (*)

Stanza dimenticata e sola,
lontano il tempo delle grida,
delle colazioni del mattino,
dei pranzi e delle cene,
delle feste…
Nessuno siede in poltrone e divano
e polvere,
tanta polvere posata,
dorme ovunque.
Un piatto rimane immobile
lì, sul tavolo,
come ricordo stabile,
d’un ultimo pasto.

La stanza dalle paretidiparati
si chiede chi abitasse il prato
chi fosse a cantare nelle lunghe giornate d’inverno.
Ma non risponde mai nessuno…
D’altronde è una stanza…

“Nun la senti parlà manco si te fai de varechina su le vene dee tempie”


Grazie per questo tempo ed altre cose a:
Peppe er violento, er fionda, Giggi pratico, U vigile de lu paese, e Recchie de goma.
(*) = L’inserto è di Maxwell Tusker, tutti i doveri sono riservati.