Oggi sto andando a trovare Polpo, è iniziata l’avventura su Elvenar e voglio sentire come sta, è da quando siamo tornati da Amburgo che non risponde al telefono.
Sto per arrivare sotto casa di Polpo, un condominio alla periferia di Roma, lui e sua moglie hanno un appartamento al quinto di sei piani con un balcone che si affaccia fronte strada.
Svolto con la macchina nella via che porta, in leggera salita, fin sotto casa, a destra e sinistra una fila ininterrotta di macchine parcheggiate, e quando arrivo proprio sotto al palazzo noto con la coda dell’occhio una sagoma dondolare dal suo balcone al quinto piano, tipo i Babbi Natale brutti appesi fuori dalle case in Dicembre…
E’ lui… Appeso a 15 metri d’altezza, avvolto in quella che sembra essere una rete da pesca per tonni, assicurata alla ringhiera esterna con delle corde da scalata da Sherpa Nepalese, sembra una grossa pignatta messicana (quelle piene di caramelle che durante le feste i bambini devono rompere colpendole con dei bastoni).
Il tutto penzola dondolando leggermente in un lento movimento a pendolo, sospinto da una moderata brezza che spira in direzione 27 Gradi, Nord, Nord-Est…
Parcheggio, chiudo la macchina e gli grido da sotto:
“Polpo ma che fai li appeso? E’ pericolosoooo”
Lui mi risponde dal suo <<Nido>> di corde:
“Ciaoooo Bradipo, saliiiii”
Mi avvio, entro nell’androne del condominio passando davanti al gabbiotto del portiere che mi guarda mi riconosce ma non mi saluta, si volta verso la moglie e le dice:
“Questo è un amico del matto”
Salgo le scale e suono alla porta… Mi apre lui, ha una canna da pesca telescopica in fibra di carbonio assicurata in vita con una cinta di cuoio texana di “El Charro” che gli sporge da dietro la schiena, sembra una macchinina dell’autoscontro delle fiere di paese e ha un cavo di rame di circa quattro metri che si trascina dietro come una coda…
“Hai visto Eeeh?”
Mi dice indicando la canna da pesca… Io annuisco, e poi continua:
“Questa fa da antenna!!!”
“Ma antenna di cosa???” Chiedo
“Lascia fare ai professionisti… Lascia fare…” E poi aggiunge
“Mi hanno staccato internet perché ho saltato qualche pagamento mentre ero ad Amburgo e perché con i soldi ci ho comprato i diamanti per Elvenar e così mi aggancio alla connessione gratuita della ferramenta qui sotto che però mi da segnale solo appena fuori la ringhiera del balcone.. Ma tu piuttosto dimmi… Cosa fai qui? Pensavo fossi a casa su Elvenar a giocare l’avventura”
“Si, la sto giocando, ma lo sai che per me Elvenar è un gioco”
“A Brà… Ma che scherzi? Anche per me è solo un gioco”
Ma mentre lo dice vedo con la coda dell’occhio la moglie passare nel corridoio che prima mi accenna un mezzo saluto e poi mima con la bocca aperta e le mani sulle guance <<L’Urlo>> di Munch
“E tu?” gli chiedo “Tu la stai facendo?”
“Certamente che la sto facendo e siamo secondi”
“E dove? che ti ho cercato ma non ti ho trovato con il tuo solito account nelle classifiche dell’avventura”
“Siamo secondi sul Server Arendyll Tanzania”
“Dove?!?”
“Ma si daiii… il Server Segreto di Elvenar… Arendyll Tanzania… c’è anche un forum segreto anche quello, nel quale scrivo delle recensioni sulle canzoni Trap di alcuni cantanti locali”
“Ma perché? Tu scrivi in swahili? …Ma soprattutto perché giochi su Arendyll Tanzania?”
Lui mi fa l’occhietto appoggiandomi un braccio sulle spalle in maniera complice e mi dice
“Vieni nella mia stanza… Che ti spiego…”
Ma mentre ci incamminiamo lui si aggancia con la punta della canna da pesca al lampadario a gocce in vetro soffiato di Murano e ci vogliono dieci minuti buoni per sganciarlo, io che lo tengo da sotto e la moglie in piedi sul tavolo del salone che urla che è un regalo della madre.
Una volta nella sua stanza con l’indice sulla bocca mi dice di fare silenzio, poi si guarda intorno circospetto e mi passa i cartocci a cono fatti d’alluminio da mettere in testa, quelli per non far percepire il proprio pensiero dai “Loro” e comincia sottovoce:
“Ho comprato nel Deep-web un’account per Elvenar sviluppato fino al capitolo Halflings da un Hacker di SanPietroburgo, l’ho pagato 90.000 Rubli…”
“mmmh… Circa 1.000 Euro, Un affare… ” Sussurro io
“Bravissimo Brà lo vedi che mi segui?…” mi risponde e prosegue:
“Questo account è con il riconoscimento vocaleeeeeee!!!”
“E cioè?” chiedo stupidamente
Allora mi apre il suo inseparabile portatile e mi dice:
“Guarda, ora entro su Arendyll Tanzania… ed eccoci… In questo account mi chiamo <<Pweza mwenye wasiwasi>> che vuol dire Polpo ansioso in Swahili… Almeno credo…”
“Ovvio…” dico io sempre in un sussurro…
“Ora parlando nel microfono proprio qui gli dico <<Fai 100 bracciali>> ed ecco che compaiono 100 bracciali nell’inventario dell’avventura… Alloraaaaa stai a bocca apertaaaaaa Brà? eh eh ehhh? …. Alloraaaaaaaa?… Chiudila che ci entrano le moscheeeeee… ahahahahahahah, Lo vedi che Polpo tuo c’ha sempre ragione”
Lo guardo e effettivamente ha ragione ci sono 100 bracciali e allora gli chiedo…
“Ma allora come mai non lo fai sul server italiano?“ Lo so è una domanda stupida, ma io ci cado sempre…
“Perché…” Mi dice:
“… Funziona solo sul server Arendyll Tanzania e solo con i Bracciali se vuoi che funzioni anche sul server italiano devi mandare venti litri di sangue umano ad un indirizzo criptato di SanPietroburgo… Anzi a tal proposito ti volevo chiedere…”
Mi ha detto, prendendo da uno scaffale un laccio emostatico e una bottiglia vuota di coca cola da due litri
“Se mi potevi fare un favore… Visto che ti vedo bello in forma…”
Ma io già mi ero svincolato e percorrevo velocemente il corridoio inseguito da Polpo che con un ago a farfalla per i prelievi mi stava gridando:
“Brà solo 200 ml daiiii… E che sarà mai… ce n’hai cinque litri… Ammazza che egoistaccio che sei… Te lo vuoi tenere tuttoper te?… Daiii che è per una giusta causa… E’ per i bracciali…”
Ma io già non lo ascolto più… In macchina ad un paio di isolati di distanza ho rallentato e ho guardato ancora una volta nello specchietto, aveva smesso di inseguirmi
e ho pensato,
<<meno male che l’avventura dura poco…>>
Ho inserito la prima e sono ripartito.
C’era un bel tramonto,
un bel sole rosso stava scendendo piano, giocando con i riflessi tra le torri di lamiere ritorte delle auto di uno sfasciacarrozze sulla Pontina.
Quasi dimenticavo,
apro la App di Elvenar sul cellulare…
Lo so, lo so, non si fa mentre si guida…
Ma devo raccogliere i bracciali.