L’omone all’ingresso mi fece un cenno con la testa…
“Du bist dran…” disse.
Ok toccava a me, mi diede una specie di tessera con il mio nome scritto a matita ed un numero generico + 100.000.000 (più di cento milioni)
Passandogli a fianco fui investito da un forte odore di dopo barba, riconobbi immediatamente Miraculum Lider Classic After Shave, con un gesto teatrale l’omone scostò la tenda e mi fece passare in un piccolo corridoio, a terra vi erano carte di caramelle, sigarette spente a metà e un otto di cuori con un angolo strappato…
“Mhhhh, brutto presagio” pensai.
Era buio e quando la vista si fu abituata mi trovai di fronte ad una porta laccata rossa.
“Da questa parte…” disse la donna vestita in maniera discutibile,
“Bello il vestito…ballo a tema?“
Lei non sorrise, mi accompagnò ad un tavolo…
Il suo lavoro consisteva nell’aiutare i clienti a trovare un posto libero ai tavoli da gioco e in alcuni rari casi veniva incaricata di spiegare le regole dei giochi….
questo avveniva tutti i santi giorni….sempre,
zigomi pronunciati, naso leggermente arricciato… Mi guardò scuotendo la testa e facendo “boccuccia”, la guardai di rimando, soffermandomi sul suo copricapo.
Era un’ improbabile mescolanza di culture… Una Merneith dei giorni nostri, incastrata a cavallo di uno Stargate tra la antica Abydos e la zona industriale Ospiate Sud di Baranzate…
Mi indicò la sedia vuota, scandendo bene una sola parola “Qui!“
Sedendomi vidi quello che a prima vista sembrava un gioco nuovo, al centro del tavolo il mazziere aveva formato un quadrato 4×4 con delle carte coperte, mi spiegarono subito che a turno avremmo potuto girare una carta pagando una posta di 50 dita indici mozzate.
Io le dita le avevo comprate da alcune persone che avevano provato in una stanzetta attigua “Giochi con i coltelli senza esserne capaci”.
Dunque …dicevo….se la carta girata avesse avuto disegnato sopra, un acceleratore avremmo dovuto alzarci di scatto dalla sedia e saltellando sul piede sinistro gridare “Ho nascosto il Panda dietro al Municipio” e poi ci si sarebbe dovuti scambiare le sedie con un movimento orario circolatorio ondulatorio.
Se invece la carta avesse avuto disegnato quello che in gergo chiamavano “premio del giorno” allora dovevamo enunciare la preghiera del bravo giocatore a voce alta davanti a tutti in piedi sulla sedia…come la poesia di Natale quando si era bambini… La preghiera era questa:
“Non avrò mai nessun altro
Signore del gioco all’infuori di te,
Continuerò sulla stessa piattaforma a vita
e senza fare domande,
spenderò financo la mia anima
acquistando sempre ciò che mi propini
senza fare domande
e ti prego salvami dal dubbio che
mi dovesse rallentare durante questo cammino,
Ieri ora e sempre“
Il gioco ebbe inizio.
A volte qualcuno provava a borbottare un delicato dissenso sull’ambiguità di tale sistema, ma la Merneith di Baranzate immediatamente portava l’indice della mano destra in posizione verticale tra naso e “boccuccia” sussurrando un deciso…
“Shhhhhhhhhh….“
Ricordo che rimanemmo chiusi in quella sala per circa un mese, alcuni di noi non ce la fecero.
Io ero al tavolo di quella triste sala giochi con alcuni degli avventori storici, tra loro ricordo il figlio di Tifone, la Primula, la Regina di Floralya, il Sergente del 67° cerberi, il Comandante Domino, L’Orso e tanti altri.
Quando mi alzai mi resi conto di aver speso almeno 300.000 conchiglie.
Guardai Merneith…aveva dipinta sul viso una malcelata smorfia di scherno…
Uscimmo un po’ tutti, chi lentamente chi con passo affrettato.
Quella stessa sera io, Orso e il figlio di Tifone finimmo a bere Vodka scadente in un locale equivoco di Ferrara di Monte Baldo.
Ad un certo punto Orso alzò gli occhi dal suo bicchiere e con un filo di voce sussurrò
“…Ohhhhh, comunque bel gioco Ehh?…” E svenne
“Si si” Gli risposi …. “Prima o poi dobbiamo rifarlo“
e svenni anch’io.
Il figlio di Tifone invece scomparve quella notte e venne trovato due giorni dopo da alcuni pellegrini…era in ginocchio di fronte all’ingresso del santuario della Madonna della Corona,
vestito di tela di sacco urlando
“Molla la randa mozzo, corpo di mille spingarde…molla quella randaaaaaaa!!!“