“A volte basta un respiro profondo
quattro passi ed un respiro profondo
è tutto ciò che vale”
Intorno ad un tavolo
le parole che scorrono
il vino che scorre
è tutto ciò che siamo
dal profumo di famiglia
al sorriso del tempo
guardo un gatto,
pensando
avevamo un gatto anzi due.
Seduti ad una tavola
apparecchiata
salame, mortadella a cubetti,
formaggi frittata funghi,
le olive proprio di quell’albero, quello tra limone e fico,
marmellata di rosa canina e
capelli corti
La cinghia di distribuzione
la casa di montagna
quella di tre fratelli
ed il parquet
“Di rovere?”
“Non lo so non ho chiesto.”
La piramide e il pendolino
i chakra
l’energia
quella buona
il matrimonio alle Maldive
il mare turchese e le palme
la sabbia bianca
il tramonto
il passaporto di delinquente omonimia
“Poi lo posso costruire un muro di quaranta metri nel tuo giardino?”
“Certo, ma se al prossimo temporale mi si allaga casa ti affogo in una pozzanghera”
“La posso scegliere io?”
“No.”
I parcheggiatori
Lo stabilimento
gli stabilimenti
Passoscuro che ti si attacca alla pelle
nel bene e nel male
si cazzo! Nel bene e nel male
e non viene via neanche cercando di
raschiarlo via con le unghie
e la macchina?
Quella usata del 2006
è come una macchina del tempo
come il tempo
quello che gira veloce
un orologio
ma che male può fare
un orologio che cammina
e ci guardiamo
tutti
fermi
inesplosi
fino alla prossima risata
fermi nell’attimo
nell’istante di un fotogramma
a volte pensando ad altro
fumando una sigaretta
giocando con una forchetta
a volte lontani
ma tutti lì
“Tutti altrimenti persi in ogni singolo ricordo,
proprio o d’altrui storie,
che vorticando ad insiemi contrapposti
s’avvinghia ad antiche memorie
e lì sospeso si dondola e rimane”
A noi di quella notte