E venne l’alba e poi il tramonto, le nuvole presero il cielo e lo tinsero di buio, nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo in quei giorni di festa.
La valle si riempì di viandanti, come sempre,
dei giorni delle fiere si ricordava con piacere l’aria intrisa di profumi, di dolci, le grida dei bimbi e lo zucchero filato.
Al tiro a segno giovani corpulenti s’agitavano lanciando palle di cartapesta contro piramidi di barattoli…
Cominciò forse così, giacché nel tempo ne fu dimenticata la scintilla…
Forse una spinta, chissà, uno sguardo di troppo o frasi grezze lasciate andare senza attenzione…
Fu il fato che s’arrivò alle parole grosse, così che s’aggiunsero anche quelli, dal tiro a segno, correndo, poi altri…
Si riempì di popolo tutta quella piazzetta, tra i banchi della festa che,
tra vocianti e curiosi non si capiva bene dove guardare.
<< Divideteli per carità>> Disse qualcuno,
mentre un altro gridava di fare attenzione,
ma oramai i più svegli già cercavano riparo,
chi sotto il carretto con le pelli di cervo,
chi nascosto al di qua del muretto a secco che divideva il paese dal fiume e tutti si tappavano le orecchie con le mani per non ascoltare…
Ella si manifestò, all’inizio del sentiero, così come le piaceva fare, apparendo dal nulla, la scure in spalla, il viso niveo ed inespressivo contornato da lunghi capelli lisci, di un nero così nero, che a fissarli troppo a lungo si poteva precipitare nella loro oscurità, come fosse uno strapiombo…
La Dea con la scure
si mosse ondeggiando lievemente,
avvolta nel suo mantello rosso carminio
e mentre andava avvicinandosi a quei pochi stolti rimasti ad urlarsi contro, iniziò ad intonare la sua cantilena…
“Ban, ban,
ban, ban,
chi osa gridar?
Ban, ban,
ban, ban,
chi vuole giocar?”
Il primo dei malcapitati che se la trovò davanti provò a giustificarsi:
<<Lui mi ha detto… Lui mi ha fatt…>>
La Dea lo fece affogare nei suoi occhi vuoti, poi roteò la scure solo una volta e lo stolto divenne cenere senza un grido
e dopo toccò agli altri che si provarono a dare spiegazioni e anch’essi uno via l’altro divennero cenere sparsi dal vento,
fintanto che fu silenzio e pace…
La Dea allora tornò a posare lentamente la scure sulla spalla, si girò, ondeggiò leggermente e in un istante sparì nel nulla proprio come era apparsa.
Si pensa che una frase antica che ancora oggi corre sulle labbra degli umani sia da attribuire agli accadimenti di quei giorni
la frase tradotta dalle lingue antiche recita più o meno così:
“Fate attenzione, il rumore del circo attira la Dea con la scure”