Per me voi siete quelli lì,
quelli del tempo lasciato andare.
Siete ancora tutti lì,
ad aspettare
In piedi tra la gente domenicale
sulla sabbia accesa
in riva al mare
Siete quei giorni e quelle notti
piene di minuti e di falò
di canti e primi amori
e mi basta chiudere gli occhi
per vederci gridare
correndo verso le onde alte
quelle con le creste bianche da domare.
Noi, così, ingenuamente grandi,
dentro i nostri piccoli respiri
come acqua e fuoco
camminando gli anni stupendi
senza paura di morire
insieme alle risate
d’ogni maledetta Estate
Uniti in una vita di luci accese
come lotteria d’anime appese
tu qua tu la tu su tu giù
fatta di nascondini di…
“…. re, fare, baciare, lettera, testamento”
fino a che non s’è interrotta
ma di nessuno è la colpa
e nel tempo che non ritorna
che se non guardi, ne ti sbrana ne ti tocca,
io non m’affanno di ricordi
semplicemente m’aggroviglio e rimango,
perché ho paura che se mi guardo,
se vi guardo… Adesso,
allora non è mai successo.