Mi ero detto di non pensare,
cerco di capire, io a volte, non sento il tempo scorrere, lo ignoro, come se nascondendoci dentro ad una stanza vuota
ci faccia fuggire, ci renda immuni al rumore del tempo.
Siamo bambini che giocano a nascondino nascosti al centro di una stanza vuota.
Girogirotondo si sveglia,
la mattina,
respiro forte come ad interrompere il pensiero,
La macchina corre veloce,
quanto tempo ho avuto, quanto vuoto, quando nessuno mi vede.
Tanto tempo per salutare le persone affrante che non conoscono l’indirizzo del dolore,
Una passeggiata fatta d’acrostico a contrari e sinonimi.
Girogirotondo si sveglia
la mattina è franata sopra il sangue dei suoi ricordi,
in secondi accende sigarette finte nella mia mente
oppure fatte di storie vive
cercavo palloncini persi, volati via e già pianti,
cercava le stelle di una notte,
ha trovato le stanze vuote
in cima alle scale io, solo quel buio, quello che fa paura,
c’è silenzio, ma sento sempre qualcuno
ho riempito tutti i quadretti e le righe dei miei quaderni
in camera ne ho altri, “me li prendi per favore?”
Come (avevo) seduto al bordo del letto di controluce.
Ogni ora di sole, se lo desideri, è di controluce.
Non si finge, oggi, comunque è andata così.
Orsi in televisione rubano cestini,
nessuno cresce senza fatalità, “Hai un ricordo d’ansia piena?”
Mi sembra d’Essere messere, nobile, mobile, statico o d’equilibrio dinamico, presenza, essenza.
E Girogirotondo si sveglia ogni mattina,
nato, poi morto, poi nato poi morto poi nato…
toccato, insensibile piangente,
ogni volta
nemmeno, sempre, quasi
oppure
m
a
i.