Dove stai andando storto e curvo?
Spazio immateriale eterno, muove gli occhi in giro,
antica essenza della pelle,
per una, due e mille inverni, di nebbia fitta e terrificante.
Anime “quante ne vuoi“,
perché le vendo e le scambio come rottami
e l’amore sarà solo quando sarà avanzato.
La luna girerà intorno alle mie mani
e anche se non scriverò di abbastanza bello e nuovo come ogni giorno,
la risacca, “maledetta”, strapperà la sabbia dai castelli sciolti, l’ansia e il dolore finale
e cercando sotto terra odore di “fuggiamo via”
sarà eternità di esplosioni al sapore di sangue.
Dove stai andando storto e curvo?
Con l’amor perduto che il motivo resta escluso,
scegliendo ogni vittima coi dadi a un tiro
una volta e niente, ora è ovviamente,
pregando forte per più rumore,
quando è fatto quasi il Natale.
Amore perso, una volta in più,
idiozia d’essere umani.
Dammi una bacchetta,
un cognome arcaico e solitario,
o un solo nome,
dammene uno,
mostrami la fine e l’inizio,
mostrami l’amore dimenticato,
la morte e la vita in bianco e nero,
occhi di paraocchi e chiodi,
mille chiodi persi nella carne,
sabbie mobili ignominiose
d’ogni mitragliatrice, onnipotente futilità,
ch’ogni secondo in più è troppo,
e non sognarmi…
Se piango…
Lo sai…
È solo guerra.