Orsodipezza
oggi sta sul mio letto,
mi guarda e io lo guardo, accenno ad un sorriso
cammino per la casa e faccio cose,
Orsodipezza mi accompagna con lo sguardo…
E’ solo un pensiero, mica mi segue davvero con lo sguardo.
Orsodipezza è di un colore marroncino scolorito dal tempo, un occhio gli penzola verso il basso e vorrei avere un po’ di tempo per cucirlo,
ma da quando io e la mamma abitiamo da sole in questa casa grande non ho molto tempo per i giochi.
Aiuto la mamma con le faccende le asciugo i piatti, piego i panni e apparecchio.
Orsodipezza oggi è sul mio letto…
Da lì si può vedere la campagna fuori,
verde e nebbiosa, mi fermo un momento a guardare ma la nebbia è molto fitta, poi mi giro a guardare Orsodipezza e sembra come se anche lui stia guardando fuori.
Oggi ho qualche minuto, penso che cucirò l’occhio di Orsodipezza, ma sono costretta a cercarlo…
“Mamma, hai visto Orsodipezza?”
“Amore mio… Non vedi? Sono qui che lavo il pavimento della cucina”
“Grazie lo stesso mamma, fa niente continuo a cercare”
Uscendo dalla cucina giro a destra nel corridoio fino in fondo per andare a guardare in camera mia… E finalmente eccolo sul mio letto, proprio vicino alla cassetta del cucito che guarda fuori, il verde e la nebbia.
… Fatto ora è perfetto, sono proprio contenta…
Orsodipezza è un orsacchiotto bellissimo, a volte ci parlo anche se mia mamma mi dice che non è una cosa seria da fare.
Non lo trovo.
Questa volta non la disturbo, sta lavando il pavimento della cucina e non la voglio interrompere.
Cammino nel corridoio vado fino in fondo a guardare in camera mia…
Oggi ho qualche minuto, penso che cucirò l’occhio di Orsodipezza…
“Mamma, hai visto Orsodipezza?”
“Amore mio… Non vedi? Sono qui che lavo il pavimento della cucina”
Uscendo dalla cucina giro a destra nel corridoio fino in fondo per andare a guardare in camera mia…
Eccolo sul mio letto,
Orsodipezza è di un colore marroncino scolorito dal tempo, un occhio gli penzola verso il basso e vorrei avere un po’ di tempo per cucirlo,
ma da quando io e la mamma abitiamo da sole in questa casa grande non ho molto tempo per i giochi.
Io aiuto la mamma con le faccende le asciugo i piatti, piego i panni e apparecchio.
A volte ci parlo con Orsodipezza, anche se mia mamma mi dice che oramai sono grande.
“Qualcuno alla porta… Qualcuno che ha infilato la chiave e la sta girando… Mamma ho paura… Chiama aiuto”
“Amore mio… Non vedi? Sono qui che lavo il pavimento della cucina”
Uscendo dalla cucina giro a destra nel corridoio fino in fondo per andare a nascondermi in camera mia.
Sento dei passi e delle voci…
Mi metto sotto al letto, spero che la mamma si sia nascosta anche lei, poi, tendo l’orecchio, per capire chi sono e cosa vogliono.
“…. Quindi mi diceva che la villa è su due livelli?”
“Si Signore e ha sei stanze, tre bagni un salone che come può vedere è ben grande…”
“E per i mobili?”
“Beh, se li desiderate dovrete mettervi d’accordo con l’agenzia immobiliare”
“Eh mi scusi… Per curiosità”
“Mi dica”
“Da quanto tempo la villa è disabitata?”
“Sono circa tre anni”
“E come mai?”
“Ci sono delle storie… Soltanto delle storie è ovvio… Si dice che da quando la vecchia proprietaria e sua figlia sono state trovate morte sul pavimento della cucina, le loro anime continuino a vagare per la casa senza pace”
La bambina dopo aver sentito quelle parole uscì correndo da sotto al letto percorse veloce il corridoio passando davanti alla venditrice e al compratore che non la videro ed entrò in cucina.
“Hai sentito mamma?, Chi è che vaga senza pace?”
“Amore mio… Non vedi? Sono qui che lavo il pavimento della cucina… C’è tutto questo sangue che non vuole proprio andare via”