E’ notte,
la notte come sempre,
che guardo intorno e che non voglio chiudere gli occhi,
perché voglio vivere più tempo perché ho paura di dormire,
come se si potesse allungare…
Stai leggendo,
ti sorrido e ti dico:
Lo sai perché preferisco camminare senza scarpe?
Tu volgi lo sguardo verso di me e mi fissi,
ti racconto:

“Ero con mia madre, nella Lavagna del ’72, camminavamo nella piazza Vittorio Veneto, un Giovedì d’estate… Perché penso fosse di Giovedì? Sono sicuro fosse di giovedì perché c’era il mercato.

Un po’ lontano dai banchi, vicino alla palma, quella che adesso è bella grande, c’era un venditore di palloncini,
un soldino per un palloncino, bello rosso, Mamma prendimi un palloncino… Mamma per favore… Quello rosso… Mamma… Per favore…”

E non mento a dire che lo chiesi per favore, voi credetemi…

“Lei, allora prese il palloncino rosso dicendomi di stare attento a non farlo volare via, perché se fosse volato via lei non avrebbe potuto fare nulla per recuperarlo, poi fece girare la cordicella intorno al mio polso, stando attenta a non stringere troppo e ci fece un nodo, il mio mondo immediatamente si tinse di mille sfumature di rosso e camminando mi accorsi che il palloncino rimbalzava assecondando i movimenti del mio braccio e io cominciai a farlo rimbalzare su e giù, su e giù, su e giù… Suuuuuuuuuuuuu…

Un istante e la mia felicità dipinta di rosso volò via lasciandomi con gli occhi pieni di lacrime, mentre in punta di piedi allungavo le mani nel vano tentativo di arrivare a prendere la cordicella”

E questo cosa significa?”
Mi hai chiesto…
“Se non avessi avuto le scarpe cosa sarebbe cambiato?”

Ma non l’hai capito? Se io non avessi avuto le scarpe sarei potuto volare a riprendere il palloncino, perché erano le scarpe che mi tenevano bloccato a terra…”
“Vedi?…”
E mentre lo dicevo ho cominciato a saltellare a piedi scalzi nel salone…
“E questo… “ (Respiro affannoso)
Dicevo facendo salti sempre più alti
Questo è niente… (Respiro affannoso)… Non mi sto neanche impegnando… (Respiro affannoso)”

Hai fatto lentamente di no con la testa e io sono scoppiato a ridere e poi anche tu.