La spesa…
Inizia da una lista.

Si proprio la spesa, quella semplice, da fare con il carrello tra le file di prodotti ben allineati sugli scaffali del supermercato, proprio quella spesa li, 

ho imparato, nel tempo, ogni segreto ogni trucco, come vengono posizionati gli articoli sugli scaffali, dal più in alto al più in basso, ed il perché.
So dove mettono le cose introvabili: il sale, lo zucchero e il latte a lunga conservazione, ma questo è un segreto, e se ve lo rivelassi poi dovrei eliminarvi tutti.
Le piante e i fiori, sono sempre all’ingresso, mentre invece, le cose minuscole, si trovano alle casse, le piccole cose da comprare durante l’attesa, quelle che entrano facile nelle buste: gomme, caramelle, pile, penne, ecc… ecc…
Ma la cosa più importante per me, per una spesa fatta a modo, è una lista compilata bene, che tenga conto della posizione degli articoli da prendere, per non perdere tempo a dover tornare indietro inutilmente, trovandosi “contromano”, carrello contro carrello, con le persone “Pseudofelici” che si guardano intorno e che sembrano essere sotto l’effetto di un Serenase intramuscolo da 5mg.

Questo studio negli anni mi ha portato ad affinare la compilazione della lista della spesa e sono abbastanza fiero del mio piccolo pezzo di carta “tecnicamente perfetto”,
la mia lista è senza dubbio la migliore e sfiderei chiunque di voi ad entrare ed uscire da un supermarket eguagliando i miei tempi record…
Lo dico senza falsa modestia… Se esistesse una nazionale italiana di spesa veloce, potrei tranquillamente farne parte…

Ma a volte guardando in un altro carrello o in un cesto, ecco apparire una lista di qualcun’altro, utilizzata e poi dimenticata oppure, solamente persa…
E confesso che la curiosità è tanta, allora “distrattamente”, la prendo e la guardo: 
– Prosciutto 2 etti,
– Reggiano 24 mesi,
– Spaghetti Barilla n°5…
E poi altre liste con, calligrafie e colori differenti, errori di ortografia e lingue intraducibili…

Ieri, ero in fila alla cassa 3 del supermercato,
c’erano un bel po’ di persone e mentre controllavo di aver preso tutto, ecco li a terra, appena sotto lo scaffale dei deodoranti, un foglio di carta sgualcito… Una lista abbandonata…
Ho subito pensato… La devo leggere, 
allora mi sono allontanato un paio di passi dal mio carrello e mi sono chinato per prenderla,
ed è così che ho potuto vedere quello che ora potrete leggere anche voi:
a lettere grandi, c’era scritto:

Cose da fare: 
e poi a seguire un elenco, in calligrafia leggermente tremolante, ad inchiostro blu:

Cercare la felicità
– Mangiare?
– Cercare un posto per nascondermi
(Una cosa cancellata che non si capiva)
– Trovare un motivo a tutto questo
(un’altra riga cancellata con alcune gocce di quello che sembrava sangue)
– Trovare un metodo che impedisca alle mie ali di ricrescere
Capire l’Amore terreno
– Baciarla
(Un ultima riga cancellata)

L’inchiostro si era macchiato in un paio di punti, sembrava come se fossero cadute alcune gocce su quelle poche parole, alcune gocce di ghiaccio sciolto, ho pensato, probabilmente, da una di quelle vaschette di gelato al limone, che cadendo sul foglio, avevano creato quei piccoli cerchi, sbiaditi sui bordi, color “blu inchiostro”.

Continuando a guardare quella lista, ripercorsi velocemente parte della mia esistenza.
Come se fosse un check di controllo, cercai di ricordare il momento esatto del mio arrivo e le difficoltà incontrate per ambientarmi durante quei primi giorni in un posto nuovo.
Non ricordo quanto tempo trascorsi assorto in quei pensieri, ma suppongo abbastanza, considerato l’elevato numero di persone che mi passarono avanti in quella fila alla cassa tre.

Durante quel tempo avevo preso la penna nera, una trattopen che porto sempre con me, così da poter appuntare qualche idea, qualche frase di questa lingua che ho paura di dimenticare e appoggiandola su quel foglio avevo scritto in Enochiano:

Benvenuto straniero,
spero tu possa aver risolto con tutti i punti della tua lista,
se hai bisogno di parlarne, anche solo per una parola di conforto, ti lascio come recapito, un mio pensiero,

sperando che esso possa giungerti forte e luminoso,
come la luce di un faro che guida le anime perdute attraverso i mille universi.
Non esitare quindi a metterti in contatto con me.
Firmato Manakel

Poi ripiegai il foglio in due e una volta fuori dal supermercato, permisi al vento di strapparmelo dalla mano, lo vidi alzarsi in un turbinio di polvere e poi rotolare lontano scomparendo dietro ad un muretto.

Mi sedetti al volante, infilai la chiave, la girai, ed il rumore del motore diesel ronzò nell’abitacolo.
L’auto si mosse, uscendo dal parcheggio girai a destra nel grande viale alberato, il sole alto per un momento fece accendere di un riflesso accecante la targhetta sulla mia divisa, la scritta in Enochiano recitava più o meno:

Aiutante Superiore Manakel
Ufficio: Accoglienza e Primo Orientamento Angeli (A.P.O.A.)
777esimo distaccamento
Terra