“Ora ascolta questa …”

C’era una volta un gigante fatto di sabbia che abitava sulla spiaggia…
“Certo, starai pensando… E dove dovrebbe abitare un gigante fatto di sabbia?
E invece io ne conoscevo uno che abitava al Polo Nord quindi smettila di fare il sapientone”

Sai? Lui guardava il mare,
spesso lo guardava e si chiedeva come sarebbe stato correre tra le onde…

Di notte quando non c’erano persone in vista correva e saltava giocando con il vento ma non osava avvicinarsi al mare, specialmente quando era in tempesta e le onde alte gli rotolavano vicino vicino e poi correvano verso di lui.
Quando invece, con il sole, la gente calpestava tutta la spiaggia lì intorno, lui allora, faceva finta di essere una duna.
E così nessuno lo disturbava e poteva starsene tranquillo, tranquillo.

Un giorno però, mentre alcuni cespugli stavano crescendo tranquillamente sulla sua schiena a duna, un bambino si chinò a guardarlo,
“Ciao?”
Gli disse il bambino
Il gigante di sabbia si sorprese, e curioso… Pensò:
Possibile che mi veda? Impossibile che possa farlo, non può vedermi, nessuno può vedermi quando sono travestito così bene.
Ma il bambino che non sembrò ascoltarne i pensieri ripeté:
“Ciao?”
Il frugoletto, dallo sguardo intenso e la carnagione chiara, aveva dei pantaloncini corti blu e una piccola paletta rossa con la quale giocherellava incessantemente, lanciando la sabbia in aria, in alto in alto, dove il vento poi la disperdeva ovunque.

“Ciao? Perché stai qui fermo?”
Gli chiese nuovamente… E poi:
“Ti va di giocare con me?”
Il gigante aprì furtivamente un occhio e poi con la sua voce cavernosa gli disse:
“Ma non hai paura?”
“E di cosa?”
Domandò

“Ma io sono grande e grosso… Fatto di sabbia e ho questa voce da orco che terrorizza tutti…”
“A me no”
Il bambino si alzò di scatto e corse via urlando:
“Daiii giochiamo, giochiamo…
E poi girandosi ad aspettarlo in segno di sfida cominciò a ripetere come in una cantilena infinita:
“Non mi prendi, non mi prendi, non mi prendi….”

Il gigante si sentì aprire il cuore, si è vero, gli venne un desiderio incontenibile di correre sulla spiaggia, perché finalmente, poteva giocare con qualcuno che non aveva paura di lui, allora si alzò, si scrollò di dosso i cespugli e la sabbia in eccesso e si mise ad inseguire il bambino urlando felice:
“Ti prendo, ti prendooo”

I due stettero per qualche minuto a rincorrersi facendo un girotondo polveroso, proprio in mezzo alla gente che sorpresa gridava e scappava per ogni dove, in un turbinio di asciugamani, di ombrelloni, di sedie a sdraio, di mamme che trascinavano via per un braccio i propri figli e anche quelli degli altri, ma il Gigante di sabbia e il bambino sembravano non avvedersene o più semplicemente ignoravano tutto quel finimondo…

Poi il bimbo con la paletta rossa strillò
“L’ultimo che si tuffa è un Brafucchione”
E corse veloce verso il mare…
Il Gigante di sabbia non voleva essere un Brafucchione, anche se non sapeva minimamente cosa significasse, ma non voleva deludere il bambino che per la prima volta da quando aveva ricordo, gli si era avvicinato senza paura e stava giocando con lui…
E così lo seguì correndo anche lui veloce verso il mare…
Era felice perché finalmente correva tra le onde urlando:
“Non sono un Brafucchione, non sono un Brafucc…”

“E’ stato difficile?”
“No Signore, facile come al solito, lo sa, i giganti di sabbia si fidano dei bambini…”
“Va bene Sergente ora lo richiami, non vorrei che il nostro androide si perdesse tra le onde”
“Certo Comandante”
Il Sergente cominciò a digitare alcune sequenze alfanumeriche sul suo computer e il bambino con la paletta rossa uscì dall’acqua, camminò sulla spiaggia e si diresse attraverso il parcheggio, fino ad un’automobile dai vetri oscurati, si fermò davanti allo sportello del passeggero, attese un istante, poi il suono di un meccanismo di sblocco accompagnò l’apertura della portiera, il bambino-androide salì, la richiuse e l’auto si allontanò senza fare nessun rumore.

Nella sala di comando il Sergente, rimasto solo, disse meccanicamente, attraverso un interfono fissato al colletto della sua camicia
“Da Sergente Miller a Comando operazioni, Da Sergente Miller a Comando operazioni… Incarico eseguito, L’ Androide 47 ha sciolto un altro Mostro di sabbia”

Poi chiuse il collegamento.