I miei genitori erano strani,
dico “erano” perché entrambi sono passati a miglior vita anni fa.
Vorrei poter raccontare tante cose di loro, ma so che vi annoierei,
perché erano genitori strani normali…

Ovviamente per me sono stati esseri supremi ed incorruttibili fino al compimento dei miei…
Dei miei…
Beh fino a che ebbi la percezione che non fossero immortali e sebbene mia madre, quando avevo all’incirca cinque anni, mi avesse avvisato che tutti noi, prima o poi, dobbiamo morire…
Fino a che non morì veramente io non ne ebbi la certezza.

Cioè, io pensavo in cuor mio, che prima o poi, qualcuno ci avrebbe salvati dalla morte…
Come?
Ma non lo so,
forse arrivando a cavallo di un unicorno o di un T-Rex, con una spada fiammeggiante, salvandoci dal nostro destino
e comunque fin da piccolo avevo molta fantasia.
Ora, sebbene mia madre mi avesse accennato al fatto che dopo essere morti non v’è nulla, ovvero un sonno eterno ma senza sogni…
Mi obbligavano, sia lei che mio Padre a seguire le regole di un fervente Cattolicesimo.

Premesso che delle informazioni contrastanti possono destabilizzare un bambino specialmente in tenera età,
decidere tra un sonno eterno senza sogni e Paradiso… Direi che a cinque anni sia stato abbastanza semplice…
Quindi, tutte le Domeniche a messa, poi la preghierina della buonanotte e quella per ringraziare del cibo in tavola, la preghiera per salvare le anime del purgatorio e tutta la storia dei dieci comandamenti, dei peccati mortali e dei peccati veniali…
E non fosse mai che per svogliatezza o dispetto mi rifiutassi di mangiare, mi trasformavano immediatamente nell’orco cattivo che derubava del sostegno vitale ogni bambino povero e/o affamato del globo.

Così un giorno, ad inizio Dicembre del 1972, alla veneranda età di cinque anni, mia madre e mio padre mi presero da una parte e come in un rito massonico, quasi sottovoce, mi dissero:

“Babbo Natale non esiste… Quest’anno la letterina la scriverai a Gesù Bambino”

Io, che ero stato appena sconvolto nel venire a conoscenza della nostra stessa mortalità,
all’improvviso, scoprivo anche della prematura scomparsa di Babbo Natale,
ma non fu tutto, dovetti apprendere a malincuore, che il prezzo di questa devastante “verità”, fosse il silenzio, l’omertà… Ovvero: a nessuno dei miei compagni di scuola avrei dovuto mai rivelare questo enorme segreto,
perché loro credevano in Babbo Natale e avrebbero dovuto continuare a crederci…
Loro si… Loro…
Ed io mantenni il segreto, a lungo, come un bravo agente del controspionaggio russo, fino alla fine della scuola dell’obbligo.

Gli anni si sa passano rapidi, e qualche giorno fa in fondo ad un cassetto, insieme a delle vecchie fotografie della mia prima Comunione, ho trovato quella letterina, quella spedita a Gesù Bambino, dettata da mia mamma, ma scritta di mio pugno con la calligrafia tremolante…

“Caro Gesù bambino,
sono stato abastanza bravo ma
prometo che l’ano prosimo saro di più
con mamma e Papà e non li facio arabbiare
potresti portarmi la pista delle machinine e i patini
protegici tuti
massimiliano”

Tutte le “S” e le “N” erano scritte al contrario ma avevo 5 anni, poi sarei migliorato.

Purtroppo forse per un disguido o molto probabilmente perché gli Uffici di Gesù Bambino non erano preparati alla distribuzione dei regali, quell’anno sotto l’albero trovai un maglioncino, una sciarpa e un libricino da colorare…
<<Cose utili>> mi dissero,
con il tempo poi ho capito che quelli erano degli anni bui e che i soldi erano pochi.

Ora,
per coincidenza siamo a fine Novembre e tra pochi giorni sarà l’anniversario di quegli eventi e
guardando e riguardando quella lettera, con un mezzo sorriso stampato sul volto, mi è salito un pensiero, un tarlo che mi mangia la mente da troppi anni,
allora ho preso un foglio bianco, dimensione A4, di quelli usati per le fotocopiatrici, una matita, la gomma da cancellare e il temperino ed ho iniziato a scrivere…

Caro Babbo Natale,
spero in questi anni di essere stato abbastanza bravo
volevo chiederti se in magazzino
hai ancora quella pista per le macchinine e i pattini…
Volevo dirti che mi dispiace non averti scritto più
spero tu stia bene
Scusa.

Spero lui capisca.