Ogni volta che apro una scatola di quella soffitta polverosa,
ogni volta che tolgo una ragnatela da un raccoglitore di foto, penso a tutto quello che è stato della mia vita.
Apro l’album… Solo un momento… Chissà poi cosa penso di trovare…
Queste sono le foto di una vecchia vacanza, posti dimenticati, amici andati…
E’ semplice prendere strade differenti durante un cammino….
Basta salutarsi una sera e non rivedersi più.
Polvere, tanta polvere sui miei ricordi, sui ricordi di chi mi ha conosciuto.
Mille di essi si affollano ed ognuno è una nuova finestra aperta sul Desktop del mio cervello ed ogni nuovo ricordo mi rallenta… Rallenta i miei pensieri…
Il trasloco:
un trasloco è devastante per le persone sentimentali, bisognerebbe mettere degli avvisi sulle scatole, sulle buste e sugli album… “Non aprire in caso di trasloco”…
“Questo è…
Quest’altro invece…
Uhhh!!! Ma guarda questa foto…
Quest’altra invece? Pensavo di averla buttata ahahahahahahahah
Ma daiii il Peluche del Lepronte…”
Una vecchia rubrica di numeri di telefono, ci sono i numeri di persone dimenticate…
No certo che non chiamo… Però…
Facebook è nato proprio per questo, per riunire le persone che vogliono trovare se stesse, tramite la ricerca di altri disperati scontenti della vita…
Noi cerchiamo il peggio lontano da noi, per scoprire che c’è qualcosa di migliore dentro di noi.
Guardo e penso a quei momenti, alle cose fatte e a quelle che avrei voluto fare e che invece non ho fatto,
ma questo mi impedirà di progredire,
come se avessi aspirato una boccata di cloroformio,
mi impedirà di vivere, perché per una parte di tempo, rimarrò anestetizzato, paralizzato, immobile, senza pensare alle cose da fare, ai miei desideri ai miei sogni, bloccato all’interno di una diabolica scena al rallentatore rivivendo in un interminabile “loop” un ricordo morto e sepolto dall’incedere del tempo….
Prigioniero di una foto…