Vestito con un piccolo cappello da marinaretto giallo calato sui miei capelli biondi, magliettina a maniche corte a righe, pantaloncini corti blu e le scarpine con i buchini e la fibbia quelle blu con i bordini bianchi, sto scendendo le scale di casa dello zio, mi tiene per mano ha paura che possa correre via in un attimo, camminiamo sul marciapiede grande quello che …

Prima c’era un rio, un piccolo fiume, ma poi alcune persone hanno deciso di costruire e ora ci sono le case e al posto del fiume quel marciapiede che i miei occhi di bambino vedono come una pista di atterraggio di un aeroporto.

Solo dopo aver promesso allo zio di non allontanarmi allora posso saltare da un disegno all’altro del pavimento azzurro e avorio che ora hanno sostituito.

Odore di focaccia genovese appena sfornata “per favore zio me la dai ?” “si ma solo questo pezzo, perché altrimenti tua mamma se poi a pranzo non mangi chi la sente” e dicendolo accenna ad un sorriso così, l’angolo del palazzo è lì tempo di attraversare l’Aurelia, mentre guardo, destra e sinistra, semaforo rosso, le auto rallentano e si fermano, ecco,
attraversiamo sull’altro lato poco prima della stazione c’è un un gioco di quelli a moneta, è una piccola moto e con solo 100 Lire io posso fare finta di essere un pilota, pensa…sotto c’è un tappeto di gomma che scivola su rulli e sembra che la moto corra come il vento.

Il “giretto” è finito, prossima tappa la conosco bene, è la piccola stazione in riva al mare, mi piace vedere arrivare i treni da lontano… vederli arrivare e andare via, din din din din din din din la campanella della stazione suona, avvisa che arriva il treno arriva….arriva ….
La voce al megafono Gracchia qualcosa “In arrivo sul secondo binario locale per Genova Principe….ferma a Chiavari, Zoagli, Rapallo ….

Uffa è solo un treno locale, lento come una lumaca, aspetta…
ecco di nuovo…din din din din din din din questa volta dal megafono la voce dice quello che stavo aspettando ….”Attenzione….Attenzione….treno in transito sul primo binario….Attenzione….Attenzione treno in transito sul primo binario…allontanarsi dalla banchina

lo zio mi fa sedere sulla panchina vicina al muro e insieme aspettiamo, io mi sporgo più che posso…quasi cado ma lo zio mi cinge con il suo braccio… eccolo…è lontano ma sarà vicino in un attimo la locomotiva fischia forte il rumore aumenta è una E636 color “Castano Isabella” con un carico di vagoni merci che piomba in stazione a tutta velocità,
io…dentro ho meraviglia, terrore, felicità vorrei che non finisse mai.

Il rombo è assordante il vento è un uragano che sembra volermi portare via e in un momento è un eco lontano con il suo tu-tun tu-tun …tu-tun tu-tun ….ancora ultimi mulinelli di foglie e carte abbandonate frullano portate dallo spostamento d’aria e poi tutto si posa e rimane in un attimo di silenzio…

Adesso mangio un paio di gocce di zucchero della pasticceria di Via Roma a me piacciono quelle blu e quelle rosa e poi possiamo tornare a casa… ma questa sera usciamo di nuovo perché c’è la festa della torta in piazza Vittorio
ora devo raccontare alla mamma del treno…

Te lo racconto ora mamma…