Contingenti e costanti…
“Ti ricordo che mi puoi fare solo tre domande”
Disse il Rubasogni ed aggiunse…
“Me lo hai chiesto…? Mi hai chiesto come puoi ricordare le immagini del giorno?”
Disse ancora.
Mi accorsi che un respiro profondo a volte riempe anche la parte alta dei polmoni e non lo senti solo nella pancia.
“Si“
“E cosa ho risposto?“
“Hai detto che sbattendo gli occhi velocemente si possono fissare dei momenti nella mente come se gli occhi fossero
un otturatore meccanico, come quello di una vecchia macchina fotografica“
E avevo pensato subito involontariamente alla vecchia Nikon FM Black di mio padre.
“E Babbo Natale… Dimmi di Babbo Natale… Allora esiste?”
“E’ la tua seconda domanda?”
e dicendolo soffiò malignamente nel suo bicchiere appannandone una mezzaluna per poi continuare…
“Bè…da qualche parte… lì fuori c’è qualcosa“
“E vola?“
“Può darsi … Ma questa era la tua terza ed ultima domanda“
Il suo bicchiere per un terzo era pieno di Bowmore 25 anni, uno scozzese del 1991, alzò la mano portando il bicchiere all’altezza degli occhi, il liquido si mosse, contrastando la luce arancio intenso del sole basso avviato al tramonto.
A quel punto fu lui a chiedermi qualcosa e ne fui sorpreso…
“Ma è vero come si dice in giro che alla fine ti sono avanzati quasi 170 flaconi?“
“Si anche qualcuno in più… 178”
Gli risposi, un po’ incuriosito dalla domanda, ed accennai ad un sorriso, feci per portare alla bocca la sigaretta ma,
rimaneva ben poco da fumare, quasi del tutto consumata, era una St. Moritz Menthol, bianca con la fascetta dorata larga un mezzo centimetro per dividere il filtro dalla parte con il tabacco, un vezzo che mi era rimasto da quando ancora ragazzino iniziavo a fumare di nascosto, la spensi in un posacenere di plastica triangolare bianco con la scritta Cinzano rossa e blu stampigliata sui bordi, al suo interno i segni di migliaia di sigarette spente prima della mia…
guardai per un momento poco oltre le spalle del Rubasogni.
Uno sguardo perso… Oltre
“A cosa pensi?” Mi chiese
“Non so… Eventuali errori…“
“…“
mi portai la mano davanti agli occhi e mimando, con un gesto, di coprirli dissi:
“Ho guardato e riguardato le immagini del terzo giorno dell’avventura, ancora e ancora… Nella mia mente“
“Intendi dire quando hai deciso di togliere i laboratori e tentare quella follia delle manifatture?“
E mentre chiudeva quella frase lo sentii sorridere ironicamente poi incalzò…
“145 set completi…? … Ma veramente… Cosa pensavi di fare?“
“E per farlo hai letteralmente bruciato 47 teletrasporti….“
e dicendolo, scoppiò in una risata fragorosa…
Mi accesi un’altra St. Moritz, sapevo di dover smettere, ma probabilmente quello sarebbe stato un altro giorno sbagliato per comunicarlo a me stesso…
“Pensavo fosse una buona idea…“
Sussurrai
“ … Tu da solo che fai 435 flaconi in 9 ore ti sembrava una buona idea? Ma dove hai lasciato il cervello?“
E di nuovo rise sguaiatamente…
Poi tornò serio e disse l’unica cosa che non avrei voluto sentire…
“E se invece di mettere 145 set ne avessi messo qualcuno in meno e avessi lasciato 100 laboratori a 24 ore con un giro di Fabbri? Dimmi… ci hai pensato a questo… forse avreste passato i Cerberi, alla fine, quando si sono fermati… Si certo adesso dirai che non cambia nulla tra un sesto e un quinto posto, ma se è così, allora dimmi, perché loro hanno lottato fino alla fine per arrivare quinti?“
Aspirai profondamente dalla sigaretta e un sapore acre di nicotina e mentolo passò rapidamente dalla gola ai miei polmoni tagliandomi per un solo secondo il fiato…come quando si fuma una Ducados spagnola o una Gitanes senza filtro francese… Si, come quando da ragazzo facevo un “tiro” troppo a lungo…
“Hai capito adesso cosa dovevi fare?“
“Si“
La mia voce era bassa e flebile quasi un fruscio
“Ricorda allora… La prossima volta… Ricorda quando li hai visti fermi li davanti… Ricorda quella sensazione… La prossima volta che vorrai mettere 145 set completi nella tua mappa, Ricordati di quell’esatto, momento… Di quando sono finiti i fabbri, e ricordati che, di questo, puoi incolpare solo te stesso“
Appoggiò il bicchiere sul piccolo tavolino rotondo di cristallo che rimaneva “frontiera” lì sul quel parquet tra di noi come a dividere le nostre parole, con quel rumore di cristallo su cristallo…
Il Rubasogni emise un gemito, ebbi la sensazione mi guardasse con disprezzo, ma feci finta di non accorgermi, sporse in avanti il busto e con le mani fece forza sui braccioli della poltrona in velluto nero, si alzò…
Feci per alzarmi anche io ma lui era già scomparso…
Forse Il Rubasogni era stato solo il frutto beffardo della mia mente… Oppure No?
Come Babbo Natale o i Ricchi e Poveri o come il sapore Indaco?
Il suono della notifica predefinita dei messaggi del mio vecchio Nokia 3310 mi colse tra i pensieri a guardare la poltrona vuota.
Dovetti mettere la mano davanti allo schermo perché il sole ancora mi obbligava a stringere gli occhi…
Lessi il messaggio…
Da mittente “Unknown”
“Ricordati dei fabbri“
Spensi il telefono.
Avevo comunque alcune delle risposte
“La prossima volta andrà in maniera differente… Promesso“
Dissi tra me e me
Un’Avventura… come dice Battisti <<….Non è un fuoco che col vento può morire…>>
Mi versai un mezzo Bowmore e rimasi lì a pensare mentre il sole tramontava…
Contingenti e costanti… Contingenti e costanti….
Dedicato a:
KKK3, Americaez, Domino Harvey, Tribuby, Baffetta, ti127, Everwood, Jolly16, Sapphirus, ire1506, Voibafilmagico, minastirit, pipu, Sam al Thor, Dikonort, Hopecho xxxomeglioxxx, Karmaman, maximilian01
Grazie a tutti per questa avventura ma soprattutto per il tempo che avete utilizzato e continuate ad utilizzare ogni giorno per “essere insieme” e che penso sia una risorsa ben più preziosa del vile denaro
Grazie:
alla Compagnia CerberoLesi per aver combattuto con forza ed onore fino alla fine.
N.b.:
ATTENZIONE, a tutti coloro che leggono,
NON evocate il Rubasogni a meno che non abbiate delle domande importanti da fargli perché ricordate che, alla fine, vorrà avere comunque qualcosa in cambio da voi.