Ti guardo,
ti ascolto,
con gli occhi appannati dal sonno
prendo un punto fermo nel corridoio
e controllo…
Guardo la tua schiena che respira.
Mi sono svegliato prima ed indugio,
sono, con un gomito scaleno, e tu a dormire…

Adesso provo a scivolare via da queste lenzuola senza svegliarti,
a piedi nudi nel corridoio, cammino come un ladro,
nel silenzio, con la paura di far rumore,

vorrei farti una sorpresa…
Ma da quando abbiamo la macchina del caffè,
che fa quel rombo d’aerosol…

In cucina, inserisco la cialda e aspetto che la spia smetta di lampeggiare,
spingo il bottone ed il silenzio improvvisamente fracassa in un ronzio molesto,
un liquido scuro scende a filo nella tazzina di cristallo verde,
quella che ti piace tanto.

Si lo so… E’ vetro non è cristallo,
ma dopo tutti questi anni di onorato servizio,
penso meritasse una promozione…
E poi chi sta leggendo proprio ora, mica lo sa che non è cristallo…
Mica la può vedere…
<< Ma così li prendi in giro… E prendi in giro te stesso>>

Sei tu…
Ti sei svegliata…
sei in piedi appena dietro di me, ti stropicci gli occhi, bellissima, con i capelli confusi
<<Cosa stavi farfugliando?>>
Nulla Amore, pensavo a voce alta.

Due cucchiaini medi di zucchero e un poco di latte freddo.

Aspetto che tu finisca di bere il tuo caffè, nella tazzina di vetro, poi ti abbraccio forte e restiamo così per un minuto
ti stringo forte, fortissimo…
<< Anche m-e-n-o>>
mi dici, con la voce rotta, senza fiato e scoppio a ridere mentre allento l’abbraccio e ti sussurro:
Auguri… Diciassette anni…

<<Di già?>>
Si…
Sembra ieri…
Ti dico…
E il tuo sorriso m’accende di luce abbagliante.